Sicurezza alimentare: i pesticidi nel piatto

Il 26 maggio è stato presentato a Firenze il Dossier di Legambiente dal titolo ” I pesticidi nel piatto 2004″, rivelando,fra l’ altro, che un frutto su due è contaminato da pesticidi.

Secondo il rapporto dei carabinieri del NAS ( Nucleo Anti Sofisticazioni) nel 2003 su 942 ispezioni relative all’ uso di prodotti fitosanitari hanno accertato 47 infrazioni penali e 230 infrazioni amministrative. Le persone segnalate alle autorità sono state 173. Le confezioni sequestrate sono state 22.056 per un totale di 152.885 kg. E un valore pari a 778.790 euro. Insomma, un frutto su due risulterebbe contaminato e, fra l’ altro, esistono forti sospetti che la criminalità organizzata si sia recentemente interessata anche al mercato dei fitofarmaci e dei pesticidi, offrendo la possibilità agli imprenditori disonesti di utilizzare sostanze chimiche pericolose senza denunciarne l’ acquisto agli enti competenti. Questo, e molto altro ancora, si legge nel Dossier di Legambiente dal titolo ” I pesticidi nel piatto 2004″ che è stato presentato a Firenze, il 26 maggio 2004, da Piero Baronti ( Legambiente Toscana) e Alessandro Franci ( ARPAT Firenze). Come noto, i pesticidi vengono utilizzati per impedire che le coltivazioni agricole vengano attaccate da vari infestanti. Si tratta però di sostanze tossiche i cui effetti dannosi provocati alla salute dell’ uomo sono proporzionali alla quantità assorbita e ai tempi di esposizione. La maggior parte dei pesticidi oggi in uso hanno caratteristiche varie, ma hanno tutti effetti neurotossici, specialmente gli organofosforici che rappresentano circa il 40% dei pesticidi registrati per uso commerciale negli Stati Uniti. Anche in Italia e Spagna ne viene fatto largo uso. Gli agricoltori – si legge nel Dossier di Legambiente – sono la categoria più esposta al rischio di intossicazione acuta, per inalazione e contatto diretto. E il consumatore italiano come è protetto dalla presenza di queste sostanze pericolose sulla propria tavola? Secondo Legambiente un frutto su due è contaminato da residui di antiparassitari, erbicidi e fungicidi, nonostante che i prodotti italiani risultino migliori di quelli importati.In ogni caso, dal Dossier emerge che in molti casi di frutta e verdura è stata rilevata la presenza contemporanea di più pesticidi e nel 15,2% dei campioni analizzati sono state trovate tracce di più di un principio attivo, in alcuni casi fino a cinque contemporaneamente. In base ai controlli effettuati dalle ASL, dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale (ARPA) e dagli enti addetti al monitoraggio di pesticidi e fitofarmaci ( elaborati da Legambiente) su un totale di 3.860 campioni di frutta analizzati, oltre il 50% è contaminato da principi attivi adoperati in agricoltura ( 1.937 campioni tra irregolari, regolari con un unico residuo e regolari con più residui). Per gli ortaggi, invece, i rischi risultano minori. Infatti, il 78,1% di campioni su un totale di 3.893 è risultato esente da residui. Il Dossier analizza, regione per regione, la situazione relativa alla regolarità o meno dei campioni analizzati relativi a frutta e verdura e ai principi attivi riscontrati.Il Dossier segnala un ” caso” particolarmente interessante: nonostante il famoso DDT sia vietato da molti anni ( nel 1973 l’ Agenzia per la protezione ambientale ne proibì ogni uso in tutta Europa) ogni tanto si riscontrano tracce di questa sostanza in contesti assolutamente inaspettati.

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