Sicurezza dei marittimi: via libera a militari e contractor sulle navi

Nel decreto legge sul rifinanziamento delle missioni all’estero consentito l’uso di nuclei delle forze armate e di servizi di vigilanza privata come misura di protezione dagli attacchi dei predoni. Il ministro La Russa sulle due imbarcazioni sequestrate: “Blitz solo in caso di pericolo di vita degli ostaggi”

Sicurezza dei marittimi: via libera a militari e contractor sulle navi

Nel decreto legge sul rifinanziamento delle missioni all’estero consentito l’uso di nuclei delle forze armate e di servizi di vigilanza privata come misura di protezione dagli attacchi dei predoni. Il ministro La Russa sulle due imbarcazioni sequestrate: “Blitz solo in caso di pericolo di vita degli ostaggi”

Via libera all’impiego di militari e contractor – il personale di compagnie private – sulle navi italiane per fronteggiare il pericolo pirateria. L’articolo 5 del decreto legge del governo sul rifinanziamento delle missioni militari all’estero – firmato ieri dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e controfirmato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dai ministri Frattini, La Russa, Maroni, Alfano e Tremonti – autorizza il ministero della Difesa a “stipulare con l’armatoria privata italiana convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana”. L’imbarco dei militari, o in alternativa di servizi di vigilanza privata, è “a richiesta e con oneri a carico degli armatori”.

La tutela dello Stato al servizio degli armatori. L’articolo 5 del decreto legge – intitolato “Ulteriori misure di contrasto alla pirateria” – consente, dunque, l’imbarco su navi italiane di “nuclei militari di protezione (Nmp) della Marina, che può così avvalersi anche di personale di altre Forze Armate e del relativo armamento previsto per l’espletamento del servizio”. Al comandante di ciascun nucleo, spiega il secondo comma dell’articolo del decreto legge, e al personale da esso dipendente sono attribuite le funzioni di ufficiale e di agente di polizia giudiziaria. Gli armatori, spiega invece il terzo comma, “provvedono al ristoro dei corrispondenti oneri mediante versamenti all’entrata del bilancio dello Stato entro sessanta giorni”.

Previsto anche l’ausilio dei contractor. I servizi di vigilanza privata, invece, “possono essere svolti con l’impiego di particolari guardie giurate armate, a protezione delle merci e dei valori sulle navi mercantili e sulle navi da pesca battenti bandiera italiana negli spazi marittimi internazionali a rischio pirateria”. Un nuovo decreto, che dovrà essere adottato entro 60 giorni, stabilirà le condizioni e i requisiti per il possesso, l’utilizzo, l’acquisizione e il trasporto di armi e delle munizioni da parte delle guardie giurate.

Navi italiane sequestrate. La Russa: “L’attacco è l’ultima chance”. “Siamo in grado di fare un intervento armato, ma ciò avverrà solo in caso di imminente pericolo vita delle persone sequestrate”. Così, intanto, si è espresso il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al termine della sua audizione alla Camera, a proposito della petroliera Savina Caylin e della motonave Rosalia D’Amato, con 11 marittimi italiani a bordo, da mesi sotto sequestro da parte dei pirati somali e attualmente ancorate alla fonda a nord di Mogadiscio. La situazione è monitorata da vicino da una nave militare italiana – da cui sarebbe possibile intervenire – ma questa viene considerata solo l’ultima chance perché, ha detto La Russa,”non vogliamo mettere a rischio la vita delle persone con un’azione che ha sempre in se un quid di imponderabilità”.

Fonte: INAIL

(LP)

Fonte: INAIL

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