“Sicurezza di chi guida per lavoro” di Federico Ricci

Pubblichiamo l’approfondimento “Sicurezza di chi guida per lavoro. Prevenzione come prodotto di comportamenti personali e fattori del contesto lavorativo” di Federico Ricci, Psicologo del lavoro e delle organizzazioni Università di Modena e Reggio Emilia.

Sicurezza di chi guida per lavoro. Prevenzione come prodotto di comportamenti personali e fattori del contesto lavorativo

Le statistiche internazionali indicano che gli incidenti automobilistici sul lavoro, o comunque lavoro-correlati, sono la causa più comune di infortunio sul lavoro, con conseguenze fatali o comunque tali da determinare assenza dal lavoro.
Quando si guida per ragioni di lavoro vi è un maggiore coinvolgimento in incidenti stradali, in proporzione ai Km percorsi, rispetto a quando la guida avviene per ragioni non professionali (es. Broughton, J., Baughan, C., Pearce, L., Smith, L., & Buckle, G., 2003). Downs, C. G., Keigan, M., Maycock, G., & Grayson, G. B. (1999) indicano che ciò è in relazione a tre fattori che condizionano la sicurezza di chi guida per lavoro: cultura della sicurezza presente in azienda, cultura aziendale in materia di guida, cultura di guida nella società complessivamente.
Diversi studi, tuttavia, hanno analizzato il comportamento non sicuro di chi guida per lavoro, senza preoccuparsi di capire se vi siano aspetti specifici rispetto alla più generale sicurezza stradale. In realtà è necessario analizzare il comportamento del guidatore-lavoratore in modo specifico. Newnam, S., Greenslade, J., Newton, C., & Watson, B. (2011), indicano che quattro dimensioni del comportamento di chi guida sono influenzate da aspetti specifici dell’organizzazione del lavoro: velocità, violazione dei codici, disattenzione, guida in condizione di stanchezza. La ricerca in questione suggerisce che ci siano fattori caratteristici del contesto lavorativo che hanno un’influenza negativa sulla sicurezza alla guida. In precedenza Salminen, S., & Lähdeniemi, E. (2002), avevano, analogamente, individuato gli effetti deleteri del sovraccarico di lavoro sull’attenzione (fretta, pensare al lavoro, stanchezza, uso dei telefoni cellulari durante la guida) e, conseguentemente, sulla maggiore probabilità di subire danni. Ciò ha contribuito a chiarire che la priorità data alle pressioni produttive influenza lo stile di guida di chi lavora e influenza la sicurezza delle prestazioni: percezione di non avere sufficiente tempo, limitata formazione e poche risorse (es., Hofmann, D.A., & Stetzer, A., 1996). Non stupisce quindi che Newnam, S., et al. (2011) arrivino a sostenere che il sovraccarico di lavoro influisce sulle quattro sotto- dimensioni, poco fa richiamate, del comportamento dei conducenti professionali. La guida non sicura al lavoro è, perciò, causata da un’alta richiesta lavorativa che determina un conflitto di priorità tra la produttività e la sicurezza. La pressione per arrivare a destinazione in tempo determina comportamenti di guida a rischio (es. lavorare più velocemente e/o in modo meno accurato). Di fatto vengono conservati gli obiettivi primari del compito del guidatore, ma compromessi gli obiettivi di sicurezza stradale.
Questa strategia può indurre a violare limiti di velocità e regole in generale, ma anche provocare errori derivanti da: a) concentrarsi principalmente sulla destinazione, invece di prestare attenzione al comportamento di guida e alle condizioni della strada; b) guidare in stato di sonnolenza, fattore che contribuisce percentualmente a circa 16-23% degli incidenti stradali sul lavoro (Horne, J. A., & Reyner, L. A., 1995).

Per leggere l’articolo completo di Federico Ricci andare al primo link.

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