SICUREZZA E MUSICA: Video esecuzione del Maestro Stefano Cimminiello

I rischi lavorativi, gli infortuni e le malattie professionali
dei Musicisti nella Storia
A cura del Maestro Stefano Cimminiello

FORSE NON TUTTI SANNO CHE….

I rischi lavorativi, gli infortuni e le malattie professionali dei Musicisti nella Storia

A cura del Maestro Stefano Cimminiello

Uno degli aspetti lavorativi più stancanti e che provoca maggiore stress nei musicisti è quella che nel campo della musica classica viene definita “tournée” o che nel campo della musica leggera viene chiamato “tour”, dove in un arco di tempo ristretto gli artisti si trovano a esibirsi in luoghi spesso a notevole distanza e la cui preparazione richiede spesso settimane se non mesi di lavoro aggravato anche dalle forti aspettative personali di eccellere e avere i giusti riscontri di pubblico e ancor di più di una critica che a volte spesso può condizionare una carriera.

Viaggiare ai nostri tempi è diventato più agevole, ma nei secoli scorsi spostarsi da una città all’altra e spesso dovendo superare i confini del proprio paese richiedeva giorni di viaggio in condizioni davvero difficili a cui si aggiungeva lo stress di dover mantenere alta la preparazione per gli eventi musicali con conseguenze fisiche talmente debilitanti da dover annullare gli impegni presi ed essere penalizzati nel proprio successo.

Un caso illustre: Clara Schumann (1819-1896)
«Ho dovuto cancellare il concerto. I dolori alle braccia sono tornati, ho passato una notte terribile».
Così nel 1857 scriveva Clara Schumann al famoso violinista Joseph Joachim. Clara fu una delle più grandi pianiste dell’800 ed una notevole compositrice. Dopo l’internamento del marito Robert (uno dei grandi compositori della prima generazione romantica) in una casa di cura ad Endenich nel 1854, si trovò da sola a sostenere il peso di una famiglia di sette figli e quindi cominciò ad intensificare la sua attività concertistica affrontando in quell’anno ben 22 concerti in due mesi.

Il lavoro intenso di quegli anni cominciò a minarne la salute, accusava forti dolori al braccio sinistro, non riusciva dormire e la cura a base di oppio e riposo non dava risultati perché i doloro tornavano costantemente; Clara, abituata ad una ferrea disciplina, continuò a sfidarsi aumentando il lavoro, ma nel 1873 arrivò il tracollò e dovette cancellare tutte le tourneé organizzate in Inghilterra e Stati Uniti.
Solo dopo un periodo di sospensione dalla attività concertistica e di cura con il famoso medico Friedrich von Esmarch che affrontò i suoi problemi in maniera molto moderna attraverso massaggi, fisioterapie e una sorta di psicoterapia che mirava a sciogliere le sue ansie e il legame profondo che si era creato dentro di lei tra dolore e strumento, riuscì a ritornare sul palcoscenico e a suonare dosando le forze e scegliendo un repertorio meno impegnativo.
Si
D’altronde come diceva W. A. Mozart: “Tre cose sono necessarie per un buon pianista: la testa, il cuore e le dita.”

Approfondimenti

Precedente

Prossimo