Di fronte a “unemergenza mondiale” scrive l’alto dirigente dell’ente previdenziale anche i controlli “se non opportunamente indirizzati, potrebbero aumentare il disagio e le difficoltà dei soggetti imprenditoriali”.
L’indirizzo, dunque, è di “saper distinguere quelle situazioni di irregolarità dovute essenzialmente ad errori di carattere formale che non ledono i diritti dei lavoratori, o a non sufficiente conoscenza delle numerose opportunità offerte dalla normativa vigente, da quei comportamenti aziendali che sono messi in atto al solo scopo di trarre vantaggio economico, attraverso lutilizzo del lavoro nero”.
Se si tratta di un abbassamento della guardia lo si verificherà, certo sembra essere uno dei tanti tasselli che compongono il cambio di rotta culturale e politico impresso dal governo nella lotta al lavoro nero e per la sicurezza.
Come ha scritto Roberto Mania su Repubblica del 22 marzo scorso, ogni possibile modifica meggiorativa al T.U. “Riduce i casi in cui è possibile larresto dellimprenditore e lo pone in alternativa alla pena pecuniaria, poi diminuisce praticamente tutte le ammende ora in vigore”.
Cè un generale affievolimento delle sanzioni, sostiene Paolo Carcassi, segretario confederale della UIL.
L’unico miglioramento – aggiunge Carcassi – riguarda il fatto che, ai fini della sicurezza, i lavoratori atipici sono considerati al pari degli altri”.
L’idea di Sacconi scrive ancora Roberto Mania era quello di pervenire a un “avviso comune” delle parti sociali da recepire nel provvedimento. Lopposizione della Cgil lo ha impedito e ha suggerito agli altri di non ripetere un tema così delicato come la sicurezza sul lavoro, la spaccatura già sperimentata sulla riforma dei contratti. Così tutti, tranne la Cgil, hanno detto sì al progetto di una marcata semplificazione normativa, ma senza giudizi di merito.
Non proprio unadesione.
Dice Cesare Damiano, ex ministro del lavoro nel Governo Prodi: “Credo che sia giusto ripulire, semplificare ed eliminare alcune formule ridondanti, ma temo che il significato dellintervento normativo sia tuttaltro: dare fiato allopposizione che Confindustria ha condotto fin dallinizio in particolare sulle sanzioni.
C’era un equilibrio che ora rischia di rompersi a favore delle imprese”.
E secondo Damiano nel 2009 i controlli sono diminuiti.
(LG-FF)