“Sicurezza sul lavoro; la carta, il ferro e la nostra umanità” di Alessandro Mazzeranghi

Pubblichiamo l’approfondimento “Sicurezza sul lavoro; la carta, il ferro e la nostra umanità” di Alessandro Mazzeranghi di MecQ Srl.

Sicurezza sul lavoro; la carta, il ferro e la nostra umanità

Banale premessa
Ma Dio (per chi ci crede come me): perché arriviamo molto facilmente nella sola Italia, nel solo lavoro regolare a tre infortuni mortali o più, quindi non computando quegli eventi che distruggono la vita di una persona anche senza ucciderla?
L’Italia è uno dei Paesi che nel dopo guerra è meglio cresciuto nella prevenzione degli infortuni sul lavoro. Lo dico con convinzione, ci siamo trasformati da economia agricola a economia industriale avanzata e, questo, senza le tragedie che hanno accompagnato la stessa trasformazione in altri Paesi europei.
Pensiamo a Marcinelle, eravamo noi ma in un Belgio “progredito” che però ha fallito.

Non sarò prolisso
Il concetto è semplice. Parlo delle grandi compagnie multinazionali industriali, da cui ho imparato molto e con cui ho una ottima capacità di dialogo (talvolta astuto), e rilevo una questione. Le politiche generali di corporate su temi come la salute, la sicurezza, l’ambiente, l’evoluzione verso una produzione più green e (ultimo?) il benessere del personale (specie, oggi, quello psicologico); ebbene TUTTI QUESTI FATTORI ESSENZIALI sono “maneggiati” da persone che hanno ben poca esperienza operative. A loro volta queste persone si appoggiano, come doveroso, a leggi e norme scritte da chi in fabbrica forse ci è stato una volta, o da chi invece si impegna per interessi di lobby.
Ma diciamocelo, quasi sempre si tratta di persone che cercano di fare al meglio il loro lavoro e di conservare il posto di lavoro.

Fonte: Associazione Ambiente e Lavoro

Vai all’approfondimento di Alessandro Mazzeranghi…

Precedente

Prossimo