Questo lappello contenuto nel documento dellAssemblea Nazionale dei Quadri e Delegati CGIL CISL UIL che si è svolta a Roma il 12 gennaio 20°07 sul problema della Qualità benessere e sicurezza nel lavoro. Ogni anno 1300 morti sul lavoro: i sindacati chiedono una svolta.
LAssemblea nazionale dei sindacati ha nesso in evidenza le cifre terribili sullanomalia italiana in tema di infortuni nei luoghi di lavoro. Siamo un paese hanno detto in cui ogni anno in media muoiono 1328 persone di cui il 18% sono donne e due terzi, circa 850 lavoratori, perdono la vita per cadute dallalto in edilizia , ribaltamento del trattore in agricoltura o in un incidente stradale nel trasporto merci per le eccessive ore alla guida. In media ogni morto perde 35 anni di vita, per un totale di 45 mila anni di vita persi ogni anno. Sono questi alcuni dei dati denunciati da Cgil, Uil e Cisl che si è tenuta il 12 gennaio scorso al Tatro Brancaccio di Roma e alla quale hanno partecipato circa mille quadri provenienti da tutte le Regioni italiane.
Come si legge nel sito www.rassegna.it della Cgil, I dati che si riferiscono alla media del triennio 2003-2005, evidenziano inoltre che gli infortuni ufficiali sono 961.163 ogni anno. La riduzione è tutta maschile, mentre per le donne è in crescita, con una media del 26%. Senza contare tutti gli infortuni non denunciati allInail, e quindi non contabilizzati nelle statistiche, che potrebbero essere, secondo una stima, almeno 200mila. Altri 300 morti ancora, secondo le stime dellIlo (lUfficio internazionale del lavoro), sarebbero d ricondurre a malattie di origine professionale. In Europa, stima lIlo, per ogni morto dinfortunio decedono altre quattro persone a causa di malattie di origine lavorativa. LIlo stima, inoltre, 13mila morti lanno in Italia a causa di esposizione a sostanze chimiche. Il costo per il sistema Paese della mancata prevenzione, secondo lInail, vale il 3% del Pil nazionale.
Nel denunciare le cifre delle c.d. morti bianche i sindacati hanno affermato nel corso dellAssemblea che Prevenire si può e si deve. Einfatti allinsegna di Qualità, benessere e sicurezza sono state le parole chiave che hanno aperto lAssemblea Nazionale dei delegati sindacali.
Nelle intenzioni dei sindacati , una piattaforma comune per discutere insieme ai rappresentanti di tutte le regioni del problema scottante della sicurezza sul lavoro e per coinvolgere i principali e necessari interlocutori, in primis il Governo. In proposito, il sottosegretario al lavoro, Antonio Montanino, presente ai lavori , ha annunciato che il disegno di legge delega in materia di sicurezza sul lavoro è pronto. La sua natura non è meramente compilativi ha spiegato -, vuole si riordinare le numerose norme legislative che si sono stratificate nel tempo, ma vuole soprattutto innovare . Al testo definitivo ha aggiunto si è arrivati attraverso una intensa attività di concertazione che ha visto per la prima volta coinvolti due Ministeri, quello del Lavoro e quello della Salute, oltre a sindacati e imprese.
I numeri emersi dallAssemblea, che restano impressionanti, hanno catalizzato gli interventi di tutti i relatori. Dal palco, Guglielmo Epifani, ha espresso la sua posizione sui quattro morti al giorno: La strage quotidiana si ferma con tanti strumenti diversi, spiega il segretario generale della Cgil, a cominciare da un testo unico sulla sicurezza e sulla salute, una contrattazione più efficace, una cultura dimpresa più attenta alla sicurezza e alla dignità di chi lavora. E soprattutto occorre non ricordarsi di questo problema solo quando succedono le tragedie. E- necessario, invece affrontarlo ordinariamente , giorno dopo giorno, con quel lavoro che può dare risultati.
Come si legge nel sito www.rassegna.it della Cgil, I dati che si riferiscono alla media del triennio 2003-2005, evidenziano inoltre che gli infortuni ufficiali sono 961.163 ogni anno. La riduzione è tutta maschile, mentre per le donne è in crescita, con una media del 26%. Senza contare tutti gli infortuni non denunciati allInail, e quindi non contabilizzati nelle statistiche, che potrebbero essere, secondo una stima, almeno 200mila. Altri 300 morti ancora, secondo le stime dellIlo (lUfficio internazionale del lavoro), sarebbero d ricondurre a malattie di origine professionale. In Europa, stima lIlo, per ogni morto dinfortunio decedono altre quattro persone a causa di malattie di origine lavorativa. LIlo stima, inoltre, 13mila morti lanno in Italia a causa di esposizione a sostanze chimiche. Il costo per il sistema Paese della mancata prevenzione, secondo lInail, vale il 3% del Pil nazionale.
Nel denunciare le cifre delle c.d. morti bianche i sindacati hanno affermato nel corso dellAssemblea che Prevenire si può e si deve. Einfatti allinsegna di Qualità, benessere e sicurezza sono state le parole chiave che hanno aperto lAssemblea Nazionale dei delegati sindacali.
Nelle intenzioni dei sindacati , una piattaforma comune per discutere insieme ai rappresentanti di tutte le regioni del problema scottante della sicurezza sul lavoro e per coinvolgere i principali e necessari interlocutori, in primis il Governo. In proposito, il sottosegretario al lavoro, Antonio Montanino, presente ai lavori , ha annunciato che il disegno di legge delega in materia di sicurezza sul lavoro è pronto. La sua natura non è meramente compilativi ha spiegato -, vuole si riordinare le numerose norme legislative che si sono stratificate nel tempo, ma vuole soprattutto innovare . Al testo definitivo ha aggiunto si è arrivati attraverso una intensa attività di concertazione che ha visto per la prima volta coinvolti due Ministeri, quello del Lavoro e quello della Salute, oltre a sindacati e imprese.
I numeri emersi dallAssemblea, che restano impressionanti, hanno catalizzato gli interventi di tutti i relatori. Dal palco, Guglielmo Epifani, ha espresso la sua posizione sui quattro morti al giorno: La strage quotidiana si ferma con tanti strumenti diversi, spiega il segretario generale della Cgil, a cominciare da un testo unico sulla sicurezza e sulla salute, una contrattazione più efficace, una cultura dimpresa più attenta alla sicurezza e alla dignità di chi lavora. E soprattutto occorre non ricordarsi di questo problema solo quando succedono le tragedie. E- necessario, invece affrontarlo ordinariamente , giorno dopo giorno, con quel lavoro che può dare risultati.
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