Sistema RAEE, il punto di vista dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche

Un’indagine, commissionata dal Consorzio ECODOM a IPSOS, rivela quanto i Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) conoscano l’attuale sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti derivanti da tali apparecchiature (RAEE) e come percepiscano la normativa che ne disciplina la gestione in Italia.

Sistema RAEE: cosa ne pensano, come lo giudicano e quanto lo conoscono i produttore si apparecchiature elettriche e elettroniche in Italia? A dare una risposta a questo interrogativo ci ha pensato un’approfondita indagine, appena conclusa dall’Istituto di Ricerca IPSOS e commissionata da Ecodom, il più importante Consorzio operante in Italia nella gestione dei Rifiuti Elettrici ed Elettronici. I risultati dell’indagine sono stati presentati il 18 febbraio 2016 a Milano.

Il primo dato emerso dall’indagine Ecodom–Ipsos è che nell’ 87% delle aziende intervistate esiste una figura o un ufficio preposto alla gestione dei RAEE: questo ruolo scaturisce, il più delle volte, da una specifica richiesta dell’azienda (82% dei casi) e rientra prevalentemente in ambito amministrativo/commerciale (42%) o interessa il board aziendale (21%), mentre ancora poco sviluppata risulta la figura dell’Environmental Manager (3% dei casi). Il Sistema Collettivo di appartenenza è riconosciuto, inoltre, come il principale punto di riferimento per la formazione di questi professionisti (51% delle risposte).

Ciò nonostante, i dati attestano che circa 1 intervistato su 4 si dichiara disinformato sul sistema RAEE in Italia (28% del campione). Indipendentemente dal livello di informazione manifestato, si riscontra però una sostanziale positività dei Produttori rispetto ai cambiamenti avvenuti in tema di RAEE domestici negli ultimi 5 anni: la pensa così il 64% degli intervistati, contro un 23% che esprime, invece, un giudizio sostanzialmente negativo (percentuale che, tra coloro che si dichiarano poco informati, sale al 30%).

Secondo l’opinione di chi valuta positivamente l’evoluzione del sistema RAEE in Italia, i fattori che hanno determinato questo cambiamento sono rincondubili a: una maggiore sensibilità ambientale dei Produttori nei confronti della corretta gestione dei RAEE (32% del campione); una più chiara definizione delle attività e degli obblighi di ciascun attore operante all’interno della filiera (28%); una più alta consapevolezza dell’importanza che l’ambiente riveste per la società in generale, dai Produttori agli utilizzatori finali (28%); una più forte sollecitazione da parte della Commissione Europea a considerare il tema ambientale come prioritario (7%). Infine, residuale ma importante la quota di coloro che intravvedono un “cambio di paradigma” nella considerazione dei RAEE: da semplice rifiuto a potenziale risorsa (4%).

Di contro, le maggiori criticità riscontrate dai detrattori del sistema RAEE sembrano sottolineare la “complessità” del sistema, con due nodi principali: la mancata consapevolezza da parte dei consumatori di pagare un ecocontributo, al momento dell’acquisto di una nuova apparecchiatura per finanziare la gestione dei RAEE; le insufficienti garanzie di qualità ambientale da parte di alcuni operatori che si occupano del trattamento dei RAEE.

Nel complesso, per i Produttori di AEE, la valutazione del sistema di gestione dei RAEE domestici in Italia rimane comunque sufficiente: 6,1 è il voto medio assegnato dagli intervistati. Tuttavia, nel confronto con gli altri Paesi dell’UE, l’Italia risulta essere “in ritardo” per quasi la metà degli intervistati (42%); per il 24% del campione è a pari livello e solo per il 4% è più avanti (mentre, il restante 30% non ha un’opinione precisa al riguardo).

Fonte: ECODOM

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