Il governo e le parti sociali hanno definito un protocollo, integrativo alle disposizioni di legge, che traccia le linee guida per i contratti in materia di smart working. Centrale resta l’accordo individuale, che dovrà però conformarsi alla futura contrattazione collettiva, l’orario di lavoro lascia il posto alle fasce di impegno e resta sempre obbligatoria la fascia di disconnessione.
Raggiunto, il 7 dicembre 2021, l’accordo tra governo e parti sociali sul Protocollo Nazionale con le linee di indirizzo per la contrattazione collettiva sul lavoro agile nel settore privato. Si tratta del secondo provvedimento in Europa di disciplina dello smart working.
Con queste parole il ministro Andrea Orlando commenta l’incontro con le parti sociali:
“Il lavoro agile, il cosiddetto smart working, è cresciuto molto durante la pandemia, ma al di là dell’emergenza sarà una modalità che caratterizzerà il lavoro in futuro, anche nella quotidianità, nella normalità che speriamo di riconquistare il più presto possibile. Per questo abbiamo voluto raggiungere un accordo con tutte le parti sociali, che disciplinasse i nuovi problemi che questa modalità organizzativa del lavoro pone.
È arrivata la firma di tutti i presenti al tavolo, di tutte le forze sindacali e imprenditoriali. Il Protocollo che indirizzerà la contrattazione collettiva, definisce alcuni punti saldi: il diritto alla disconnessione, quindi al riposo dei lavoratori, il diritto a vedere garantiti alcuni trattamenti che vengono assicurati con il lavoro ordinario, il diritto alla sicurezza, le modalità attraverso le quali garantire la sicurezza dei dati che vengono utilizzati. Tutti elementi di grande rilevanza e importanza che sono stati disciplinati attraverso il metodo del dialogo sociale, attraverso la convergenza di posizioni diverse che sono arrivate a definire un quadro che potrà essere la base anche eventualmente per interventi normativi e, sicuramente, il punto di partenza per la contrattazione.
Credo sia un fatto positivo perché fornisce una risposta a delle domande che si sono poste in questi mesi, ma credo anche che sia un metodo da proseguire e riutilizzare.
Di fronte alle sfide importanti che abbiamo davanti è davvero importante creare il massimo della coesione, dell’unità della convergenza degli interessi in vista di un equilibrio che corrisponde all’interesse di carattere generale. Questo lavoro è andato nella giusta direzione, io credo che sia la direzione che dobbiamo continuare a seguire”.
Fonte: Ministero del lavoro