Il rapporto SNPA fornisce il quadro aggiornato dei processi di urbanizzazione e artificializzazione del territorio, permette inoltre di valutare il consumo e degrado del suolo e il loro impatto sul paesaggio e sui servizi ecosistemici in Italia. Il consumo di suolo rappresenta una delle principali minacce alla biodiversità, alla sostenibilità ambientale, alla sicurezza alimentare e alla resilienza climatica.
Il 24 ottobre 2025 è stata presentata l’edizione 2025 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assicura le attività di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo. Il Rapporto, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori disponibili per ogni comune italiano con le elaborazioni di ISPRA e di SNPA, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare il degrado del territorio e l’impatto del consumo di suolo, dell’urbanizzazione e delle infrastrutture sul paesaggio e sui servizi ecosistemici.
Nel 2024 sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 km2 di consumo di suolo netto si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio. A fronte di poco più di 5 km² restituiti alla natura, il quadro resta sbilanciato: ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10mila metri quadrati. Sono i dati del Rapporto SNPA che fotografa con precisione l’evoluzione di un fenomeno capace di incidere sulla qualità della vita, sull’ambiente e sugli ecosistemi.
Il documento non si limita a registrare le criticità: emergono anche esperienze di rigenerazione e rinaturalizzazione che mostrano come invertire la rotta sia possibile.
Con la parola ripristino si intendono quelle aree in cui il suolo da una condizione artificializzata torna ad una naturalizzata, spesso dovuta alla rimozione delle aree di cantiere. Tale processo, lento a prendere piede nel nostro paese, nel 2024 interessa una superficie complessiva di 5,2 chilometri quadrati, in calo rispetto agli
8,2 chilometri quadrati del 2023.
La necessità di intervenire sul ripristino del suolo trova oggi un ulteriore riconoscimento: oltre al recente Regolamento sul ripristino della natura, il Parlamento europeo ha approvato il 23 ottobre 2025 la prima Direttiva sul suolo, che definisce un quadro comune per monitorarne la salute e contrastarne il degrado.
L’obiettivo è raggiungere suoli sani in tutta Europa e ridurne il consumo. Il sistema di monitoraggio SNPA, già in linea con le nuove disposizioni europee, è stato uno dei principali punti di riferimento nella definizione della Direttiva.
Al 2024 in 15 regioni risulta ormai consumato più del 5% di territorio, con massimi in Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%). Il maggiore consumo di suolo annuale si osserva in Emilia-Romagna, che è la regione con i valori più alti sia per le perdite sia per gli interventi di recupero, e registra un consumo di circa 1.000 ettari. Di questi, l’86% è di tipo reversibile e, quindi, recuperabile in futuro. Seguono Lombardia (834 ettari), Puglia (818 ettari), Sicilia (799 ettari) e Lazio (785 ettari). La crescita percentuale maggiore dell’ultimo anno è avvenuta in Sardegna (+0,83%), Abruzzo (+0,59%), Lazio (+0,56%) e Puglia (+0,52%), mentre l’Emilia-Romagna si ferma al +0,50%. Anche La Valle d’Aosta, che resta la regione con il consumo inferiore, aggiunge comunque più di 10 ettari di nuovo consumo. La Liguria (28 ettari) e il Molise (49 ettari) sono le uniche regioni, insieme alla Valle d’Aosta, con un consumo al di sotto di 50 ettari.
Confermata, anche per l’anno preso in considerazione, la tendenza al rialzo della superficie di suolo consumato nelle aree a rischio dissesto dove il fenomeno, dopo il rallentamento registrato nel 2023, torna a correre: +1.303 ettari nelle zone a pericolosità idraulica media e +600 ettari nelle zone a pericolosità da frana.
Prosegue l’impermeabilizzazione lungo le fasce costiere, dove la percentuale di suolo consumato nei primi 300 metri dal mare è più del triplo del resto del territorio nazionale (22,9%), nelle pianure (11,4%), nei fondi valle e nelle aree a vocazione agricola vicino a quelle urbane.
Diminuisce ancora la disponibilità di verde in città: il 2024 registra una perdita ulteriore di oltre 3.750 ettari di aree naturali.
In crescita il consumo di suolo nelle aree protette nelle quali si ricoprono altri 81 ettari dei quali oltre il 73% riguarda i Parchi naturali nazionali (28,7 ettari) e regionali (30,8 ettari). Nelle aree Natura 2000, infine, le nuove superfici artificiali ammontano a 192,6 ettari (+14% rispetto allo scorso anno).
I dati aggiornati del consumo di suolo in Italia evidenziano la necessità di incentivare il passaggio dalla logica dell’espansione su aree naturali alla logica della rigenerazione, della riqualificazione e del riutilizzo delle aree costruite esistenti, dando la priorità assoluta al riuso al recupero delle aree già edificate e urbanizzate, a partire da quelle dismesse o degradate.
CONSUMO DI SUOLO, DINAMICHE TERRITORIALI E SERVIZI ECOSISTEMICI
EDIZIONE 2025
SOMMARIO
PRESENTAZIONE
SINTESI
INTRODUZIONE
STATO ED EVOLUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO
STATO E TRASFORMAZIONI DEL TERRITORIO
CAUSE DEL CONSUMO DI SUOLO
DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEL CONSUMO DI SUOLO
IMPATTO DEL CONSUMO DI SUOLO
DEGRADO DEL SUOLO E DEL TERRITORIO
UN ATLANTE FOTOGRAFICO DEL CONSUMO DI SUOLO
CONTRIBUTI A CURA DEGLI OSSERVATORI DI REGIONI E PROVINCE AUTONOME
CONTRIBUTI A CURA DEL COMITATO SCIENTIFICO
BIBLIOGRAFIA
Fonte: SNPA
Vai al rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”…


