SNPA, urgente agire per far fronte al rischio dei disastri naturali

I rapporti dell’Onu, dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, di Ispra e di Legambiente mostrano quanto il nostro Paese, l’Europa ed il Mondo intero siano fragili e soggetti agli effetti disastrosi dell’emergenza climatica.

In occasione della Giornata internazionale per la riduzione del rischio dei disastri naturali sono stati pubblicati diversi contributi, segnaliamo quelli delle Nazioni Unite, dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, di ISPRA e di Legambiente, che mostrano quanto il nostro Paese, l’Europa e tutto il Mondo siano fragili e soggetti ai sempre più frequenti disastri prodotti da eventi naturali estremi causati dall’emergenza climatica.

La Giornata internazionale per la riduzione del rischio dei disastri naturali, conosciuta in tutto il mondo come International Day for Disaster Risk Reduction, è il 13 ottobre. La giornata è nata per volere dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989.

Nazioni Unite. Il costo umano dei disastri: una panoramica degli ultimi 20 anni (2000-2019)

Il rapporto dell’United Nations Office for Disaster Risk Reduction (UNDRR), conferma come gli eventi meteorologici estremi siano arrivati ​​a dominare il panorama dei disastri nel 21° secolo.
Le statistiche in questo rapporto provengono dal database degli eventi di emergenza (EM-DAT) gestito dal Center for Research on the Epidemiology of Disasters (CRED) che registra i disastri che hanno ucciso dieci o più persone; colpito 100 o più persone; ha provocato uno stato di emergenza dichiarato; o una richiesta di assistenza internazionale.
Nel periodo dal 2000 al 2019, ci sono stati 7.348 gravi eventi catastrofici registrati che hanno causato 1,23 milioni di vite, colpendo 4,2 miliardi di persone (molte in più di un’occasione) con conseguenti perdite economiche globali di circa 2,97 trilioni di dollari.
Si tratta di un forte aumento rispetto ai vent’anni precedenti. Tra il 1980 e il 1999, 4.212 disastri sono stati collegati a pericoli naturali in tutto il mondo, provocando circa 1,19 milioni di vite e colpendo 3,25 miliardi di persone, provocando circa 1,63 trilioni di dollari di perdite economiche.
Gran parte della differenza è spiegata da un aumento dei disastri legati al clima, inclusi gli eventi meteorologici estremi: da 3.656 eventi legati al clima (1980-1999) a 6.681 disastri legati al clima nel periodo 2000-2019. Negli ultimi vent’anni il numero delle grandi inondazioni è più che raddoppiato, da 1.389 a 3.254, mentre l’incidenza dei temporali è cresciuta da 1.457 a 2.034. Inondazioni e tempeste sono stati gli eventi più diffusi.
Il rapporto registra anche importanti aumenti in altre categorie, tra cui siccità, incendi ed eventi di temperature estreme. C’è stato anche un aumento degli eventi geofisici, inclusi terremoti e tsunami, che hanno ucciso più persone rispetto a qualsiasi altro rischio naturale esaminato in questo rapporto.

Agenzia Europea per l’ambiente: urgente l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici per i Paesi e le città europee

Affrontare l’adattamento ai cambiamenti climatici nelle città è sempre più urgente poiché quasi il 75% degli europei vive in aree urbane. Questo numero dovrebbe crescere nei prossimi anni. Inoltre, il modo in cui pianifichiamo e costruiamo le nostre città rimane insostenibile, lo afferma il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) “Adattamento urbano in Europa: come le città e i paesi rispondono ai cambiamenti climatici.
In particolare, la continua costruzione sulle pianure alluvionali, l’aumento della copertura delle superfici del suolo con cemento o asfalto, la piccola quantità di spazi verdi e l’espansione urbana che invade le aree soggette a incendi e frane stanno rendendo le città e le cittadine molto più vulnerabili.
Il rapporto fornisce informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori sulla pianificazione europea dell’adattamento ai cambiamenti climatici e sugli sforzi compiuti a livello locale.
Sebbene molte autorità locali abbiano compreso l’importanza di diventare resilienti ai cambiamenti climatici, i progressi nella pianificazione dell’adattamento rimangono lenti.

Fonte: SNPA

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