Stato del pianeta e sostenibilità

E’ stato pubblicato State of the world 2002, il rapporto annuale del Worldwatch Istitute

Per le Edizioni Ambiente di Milano ( Collana Annuari, pagg. 334, € 21,50 ) è stata pubblicata l’edizione italiana dell’ ormai famoso State of the world 2002, il rapporto annuale del Worldwatch Institute su “Stato del pianeta e sostenibilità” curato da C.Flavin, H.French e G.Gardner. L’ introduzione è di Kofi Annan, segretario delle Nazioni Unite , mentre l’ introduzione all’ edizione italiana è di Gianfranco Bologna, portavoce del WWF Italia. Questa edizione del rapporto è particolarmente concentrata sui temi che verranno trattati al World Summit delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, che si terrà tra il 26 agosto e il 4 settembre 2002 a Johannesburg, Sud Africa. Per i leader mondiali , il Summit è un’occasione storica per mettere a segno buoni risultati in termini di sviluppo sostenibile: anzi, è un’occasione che non possono permettersi di perdere. Nell’ introduzione, il Segretario Generale dell’ ONU Kofi Annan osserva che ” tutti dovremmo capire non solo che siamo di fronte a pericoli comuni, ma anche che oggi abbiamo l’opportunità di combatterli tutti insieme, intesi come un’unica comunità umana”. Il volume mette in lucei numerosi miglioramenti sociali e ambientali ottenuti dal Summit di Rio in poi, tra cui il declino dei decessi dovuti ad alcune malattie ( TBC, malattie polmonari) e la netta diminuzione dei clorofluorocarburi, dannosi allo strato di ozono. Contemporaneamente, però, molti trend mostrano dei peggioramenti: i decessi da AIDS sono aumentati di sei volti dagli anni ’90; le missioni globali di anidride carbonica sono cresciute più del 9%; il 27% delle barriere coralline risultano oggi gravemente danneggiate, contro il 10% di dieci anni fa: State of the World 2000 analizza quali sono stati, in questo periodo, i principali ostacoli alla costruzione di un mondo sostenibile, e cioè: Le politiche ambientali non vengono considerate una priorità: il crescente numero di trattati e iniziative ambientali sono poco supportati e scarsamente finanziati. L’ UNEP, il Programma ambientale delle Nazioni Unite ha dovuto combattere per mantenere il budget annuale di 100 milioni di dollari, mentre le spese dei governi superano, a livello mondiale, i due miliardi di dollari al giorno. Gli aiuti internazionali scarseggiano: nonostante un’espansione economica globale superiore al 30% nel decennio, gli aiuti ai paesi in via di sviluppo sono diminuiti da 69 miliardi nel 1992 a 53 nel 2000. L’ indebitamento mondiale peggiora. Nonostante le richieste di Rio per la riduzione del debito l’indebitamento dei paesi in via di sviluppo e in transizione è salito del 34%, raggiungendo i 2500 miliardi di dollari nel 2000. Una più forte azione di sostegno finanziario è condizione necessaria ma non sufficiente per transitare il sistema terra alla sostenibilità.Gli autori, inoltre, sostengono che la popolazione mondiale continua a crescere in modo vertiginoso: 7y7 milioni in più ogni anno, pari a 10 New York; crescono anche i rifiuti pericolosi al ritmo di 300-500 milioni di tonnellate l’anno, mentre mediamente ogni individuo ha in corpo livelli di piombo da 500 a 1000 volte più alti dei nostri antenati pre-industriali. Gli autori del Rapporto illustrano i punti di riferimento tecnici e politici necessari a percorrere la via della sostenibilità. ” Arrivare ad una situazione socialmente e ambientalmente più stabile è u compito difficilissimo, dichiara Hilary French, Project Director dell’ Istituto “ma la storia ci dimostra che la cooperazione può superare ostacoli apparentemente insormontabili, Johannesburg ci aiuterà a capire se le nazioni sono in grado di affrontare insieme i problemi pressanti che affliggono l’umanità, o se resteremo vittime del percorso distruttivo che ci trascina al declino ambientale, al terrorismo e alla guerra”.

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