Sui rischi di violazione delle libertà di espressione e di informazione

La Relazione finale A5-0230/2004, presentata il 5 aprile scorso al Parlamento europeo dalla Commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni

Il 5 aprile scorso, è stata presentata al Parlamento europeo la Relazione (finale) A5-0230/2004 dell’ europarlamentare Johanna L.A.Boogerd-Quaak, per conto della Commissione per le libertà e i diritti dei cittadini e gli affari interni, sui rischi di violazione, nell’ Unione Europea e particolarmente in Italia, della libertà di espressione e di informazione ( articolo 11, paragrafo 2 della Carta dei diritti fondamentali) (2003/2237/INI).Occorre ricordare che, mentre tale Relazione è stata approvata a maggioranza, pochi giorni prima, esattamente nella seduta del Parlamento europeo del 31 marzo 2004, lo stesso Europarlamento, per la prima volta, non è riuscito ad adottare, per pochi voti contrari, il testo del Rapporto annuale sui diritti fondamentali nell’ UE. Per quanto riguarda i riferimenti fatti dalla relazione all’ Italia, i due paragrafi riguardanti i media e la concentrazione dei media e il caso Sofri sono stati approvati dagli europarlamentari nelle votazioni sui singoli paragrafi, ma poi il complesso della risoluzione è stata respinta. La Relazione finale A5-0230/2004 del 5 aprile 2004 – il cui testo integrale riportiamo nel link – è stata invece approvata ( 28 voti a favore e 19 contrari) in sede di Commissione per le libertà e i diritti dei cittadini e gli affari interni. Il ” caso” Italia viene ripreso nella relazione stessa dove si legge che ” sulla base di inchieste approfondite già effettuate da agenzie indipendenti, anche in seno all’ UE, da cui sono derivate numerose pronunce di organizzazioni internazionali, autorità nazionali e del Parlamento europeo stesso ignorate dal governo italiano”, ” potrebbero sussistere rischi di violazione grave e persistente del diritto alla libertà di espressione e di informazione in Italia”. In base ad una “perizia preliminare” effettuata dall’ Istituto europeo per i mezzi di comunicazione, si legge nella Relazione di L.A.Boogerd-Quaak, il tasso di concentrazione del mercato audiovisivo italiano è il più elevato in Europa ed è caratterizzato dal duopolio tra RAI e Mediaset, che raccolgono il 96,8% delle risorse pubblicitarie. L’ organo parlamentare ” prende atto del fatto che in Italia da decenni il sistema radiotelevisivo opera in una situazione di assenza di legalità”…” di fronte alla quale il concorso del legislatore ordinario e delle istituzioni preposte è risultato incapace del ritorno ad un regime legale”. RAI e Mediaset continuano a controllare ciascuna tre emittenti televisive analogiche terrestri, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale del 1994.Gli europarlamentari rilevano che ” il sistema italiano presenta un’ anomalia dovuta ad una combinazione unica di poteri economico, politico e mediatico nelle mani di un solo uomo …e al fatto che il governo italiano è, direttamente o indirettamente, in controllo di tutti i canali televisivi italiani”.Infine, viene affermato che, a livello europeo,sarebbe opportuno adottare una legislazione intesa a vietare a personalità politiche o candidati di detenere interessi economici di rilievo nel settore dei mezzi di comunicazione, invitando la Commissione a presentare proposte volte ad assicurare che i membri del Governo non siano in grado di utilizzare la partecipazione che detengono nei media per fini politici.

Fonte: Eur-Lex

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