I pericoli dovuti all’elettricità vengono spesso sottovalutati e alla fine succede che ci si infortuna a causa di apparecchi o installazioni difettosi, fili e cavi scoperti o non isolati. Non solo: un’altra causa di infortunio è il mancato rispetto delle regole vitali da parte degli elettricisti. In circa la metà dei casi (46 per cento) si sarebbe potuto evitare un infortunio lavorando in assenza di tensione, come previsto dalle 5 regole di sicurezza. Il dato più clamoroso è che spesso, prima di intervenire su un apparecchio o un impianto, non si verifica se si trova sotto tensione.
Visti questi risultati, gli sforzi a livello di prevenzione sono ancora più necessari, sottolinea Armin Zimmermann, responsabile del progetto “Elettricità sicura” della SUVA. Al centro dell’opera di prevenzione ci sono le “5 + 5 regole vitali per chi lavora con l’elettricità”. Se non si rispettano, si rischia grosso, anche la vita, dichiara Zimmermann. Infatti, “il rischio di perdere la vita in un infortunio elettrico è 50 volte più alto rispetto agli altri infortuni” afferma il responsabile del progetto. Ecco perché in questi casi i superiori e i dipendenti devono sospendere i lavori.
Stando al rapporto dell’ESTI uno dei motivi per cui non si rispettano le regole vitali è la mancanza di tempo sul lavoro e una scarsa organizzazione. In molti casi non è stato designato un responsabile per la sicurezza o chi lavora non sa chi è. Per questo motivo si tende a operare senza misure di sicurezza in presenza di tensione. Inoltre, si nota che la maggior parte delle vittime non è qualificata o è in fase di formazione. In questo caso sono i superiori che devono assumersi le loro responsabilità come dirigenti, conclude l’ESTI. In linea generale, bisogna applicare sempre tutte le regole, anche quando i ritmi di lavoro sono intensi.