Sviluppo sostenibile, la pandemia ha arrestato i progressi per il raggiungimento degli SDGs

La pandemia di COVID-19 ha causato una battuta d’arresto all’avanzamento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e in molti casi un arretramento, un articolo pubblicato da Saluteinternazionale mostra come, come per la prima volta negli ultimi 20 anni, sia aumentato il numero di persone che vivono in condizione di povertà assoluta.

 

Nel 2015 i Paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – che rappresentano obiettivi comuni riguardanti un insieme di dimensioni essenziali per lo sviluppo sociale, economico ed ambientale, nell’ottica di un presente e di un futuro sostenibile. Per obiettivi comuni si intende il coinvolgimento globale di tutti i Paesi e di tutti gli individui, come sottolineato dallo slogan: “Non lasciare nessuno indietro”. Il programma d’azione per il raggiungimento degli SDGs prevede 169 target specifici, associati agli SDGs, da raggiungere entro il 2030. Nel 2020, a cinque anni dalla sottoscrizione degli Obiettivi, sono stati monitorati alcuni specifici target per capire quali fossero gli avanzamenti. In alcuni casi i progressi sono stati evidenti, come nel caso dell’Obiettivo 1 (Sconfiggere la povertà), dell’Obiettivo 5 (Parità di Genere) e dell’Obiettivo 7 (Energia Pulita e Accessibile). In altri casi si è assistito invece a uno stallo della situazione, o addirittura a peggioramenti: ad esempio, le disuguaglianze socio-economiche non si sono ridotte, e lo stesso si può dire per la fame e per le emissioni di CO2.

Dal 2020, l’avvento della pandemia COVID-19 ha causato una battuta d’arresto all’avanzamento di tutti gli SDGs, con effetti devastanti sulla vita delle persone e sugli sforzi per realizzare gli Obiettivi dell’Agenda 2030. Il Report 2021, stilato dal United Nations Department of Economic and Social Affairs in collaborazione con più di 50 agenzie internazionali e utilizzando gli ultimi dati disponibili, ha stimato proprio l’impatto della pandemia sull’andamento degli SDGs, puntando l’attenzione verso quelle aree che richiedono un’azione urgente e coordinata. Anni di progresso sono stati bloccati o invertiti. Nel 2020, il tasso di estrema povertà è aumentato per la prima volta negli ultimi 20 anni: prima della pandemia COVID-19, la percentuale di popolazione mondiale in condizioni di estrema povertà era sceso dal 10,1% nel 2015 al 9,3% nel 2017. Ciò significa che il numero di persone che vivono con meno di 1,90 dollari al giorno era diminuito – nel periodo 2015-2017 – da 741 milioni a 689 milioni. Se la tendenza fosse rimasta costante nel tempo avremmo assistito a una progressiva riduzione globale del numero di persone in condizione di povertà assoluta per arrivare a 588 milioni nel 2021. La pandemia ha invertito tale tendenza: nel 2020 si è registrato quasi lo stesso numero di poveri assoluti rilevati nel 2015 (738), con una proiezione al ribasso nel 2021 di 751.

Siamo ad un punto critico della storia dell’uomo. Le decisioni intraprese e le azioni compiute oggi avranno conseguenze epocali per le generazioni future. Le lezioni apprese dalla pandemia dovrebbero aiutare a ridurre la vulnerabilità alle emergenze sanitarie e di altro tipo e ad aumentare la resilienza delle società per le sfide attuali e future. Bisogna rendere questo un decennio di azione, trasformazione e riscatto per raggiungere gli SDGs e realizzare l’Accordo di Parigi sul clima.

Saluteinternazionale è un progetto senza scopo di lucro, sostenuto – dal gennaio 2022 – dall’Associazione Salute Internazionale, con sede in Firenze, la cui finalità è la promozione del diritto alla salute a livello globale, proponendosi di fornire a istituzioni, enti, organizzazioni della società civile e a tutti i soggetti interessati strumenti di analisi, valutazione e decisione per la definizione di strategie e azioni appropriate a tal fine.

Fonte: Saluteinternazionale

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