Eurostat monitora i progressi dell’Unione europea verso i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 attraverso un set di 102 indicatori. L’ultima relazione di monitoraggio fornisce una presentazione statistica delle tendenze relative agli SDGs negli ultimi cinque anni e mostra anche alcuni dei primi impatti della pandemia sulla sostenibilità.
Eurostat pubblica “Sustainable development in the European Union. Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context”, edizione 2021, che fornisce una panoramica statistica dei progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Unione europea.
La Commissione von der Leyen ha reso la sostenibilità una priorità politica assoluta nel suo mandato. Tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) figurano in una o più delle sei priorità della Commissione, rendendo tutte le politiche e le strategie della Commissione congeniali al raggiungimento degli SDGs. Nel dicembre 2019 la Commissione ha presentato “The European Green Deal”, la nuova strategia di crescita dell’UE, che mira a trasformare l’Unione in un’economia moderna, competitiva e efficiente sotto il profilo delle risorse in cui le sfide climatiche e ambientali vengono affrontate e trasformate in opportunità, rendendo la transizione giusta e inclusiva per tutti.
Nel complesso, sulla base degli indicatori selezionati per monitorare gli SDGs, l’UE ha compiuto progressi verso la maggior parte degli obiettivi negli ultimi cinque anni. Queste tendenze sono descritte nei capitoli tematici sui singoli SDGs nel rapporto di monitoraggio ma non tutti gli indicatori utilizzano già i dati del 2020, il che significa che i risultati presentati a volte si riferiscono alla situazione precedente alla pandemia di COVID-19.
L’UE ha compiuto i maggiori progressi negli ultimi 5 anni verso il raggiungimento complessivo dell’obiettivo 16 “Pace, giustizia e istituzioni forti”.
Sono stati inoltre visibili progressi significativi nella riduzione della povertà e dell’esclusione sociale (obiettivo 1) e nel miglioramento della situazione sanitaria dell’UE (obiettivo 3). Tuttavia, a causa del ritardo dei rispettivi indicatori, la valutazione dei due obiettivi su povertà (obiettivo 1) e salute (obiettivo 3) si riferisce ancora al periodo antecedente al 2019 e quindi non riflette ancora gli impatti dell’emergenza pandemica.
La valutazione degli obiettivi rimanenti tiene già conto, in una certa misura, della pandemia che ha notevolmente rallentato i progressi medi segnalati. Nel settore dell’economia e del mercato del lavoro (obiettivo 8), la crisi COVID-19 ha interrotto il miglioramento continuo osservato dal 2013. Impatti simili si possono osservare nei settori dell’istruzione (obiettivo 4), della parità di genere (obiettivo 5), delle altre disuguaglianze (obiettivo 10) nonché nei partenariati globali e mezzi di attuazione (obiettivo 17), dove i dati del 2020 mostrano un chiaro peggioramento per i singoli indicatori.
Progressi moderati sono visibili per le città sostenibili (obiettivo 11), il consumo e la produzione (obiettivo 12), l’agricoltura sostenibile (obiettivo 2) e R&S e innovazione (obiettivo 9). Per questi obiettivi non sono ancora disponibili i dati del 2020, pertanto la loro valutazione riflette il periodo antecedente l’inizio della pandemia.
Sulla base dell’attuale serie di indicatori, la valutazione complessiva dell’obiettivo 13 “Azione per il clima” rimane più o meno neutrale. Sono visibili tendenze positive per la mitigazione del clima (ad esempio la quota crescente di energie rinnovabili) e il sostegno all’azione per il clima (ad esempio il crescente sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo) ma la valutazione è influenzata negativamente dall’intensificarsi degli impatti climatici come l’aumento delle temperature medie.
Due obiettivi – obiettivo 7 “Energia pulita e accessibile” e obiettivo 15 “Vita sulla terra” – mostrano nel complesso un leggero allontanamento dell’UE dai rispettivi obiettivi di sviluppo sostenibile. Nel caso dell’obiettivo 7, questa valutazione complessivamente leggermente negativa è dovuta agli aumenti del consumo energetico dell’UE nel periodo dal 2014 al 2019 e quindi non riflette ancora le riduzioni, almeno temporanee, previste per il 2020. La valutazione dell’obiettivo 15 mostra che gli ecosistemi e la biodiversità rimangono sotto pressione dalle attività umane.
Per altri due obiettivi – obiettivo 6 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari” e obiettivo 14 “Vita sott’acqua” – le tendenze complessive dell’UE non possono essere calcolate a causa della mancanza di dati sufficienti negli ultimi cinque anni.
Nella relazione di monitoraggio, le tendenze degli indicatori sono valutate su due periodi (quando la disponibilità dei dati lo consente): il breve termine, tenendo conto degli sviluppi negli ultimi cinque anni, e il lungo termine, considerando le tendenze degli ultimi 15 anni. I capitoli tematici, uno per ciascuno dei 17 SDGs, forniscono una valutazione dettagliata di ciascun indicatore.
Fonte: Eurostat