Più attenzione alla salute e alla lotta all’abusivismo in un settore che soffre ancora la mancanza di una legge europea in grado di garantire un’autentica prevenzione
Nessuna abilitazione o autorizzazione. E locali privi dei requisiti minimi igienico-sanitari. Ma non è questa l’unica carenza del settore – sempre più in auge – del piercing e del tatuaggio.
I professionisti di aghi, inchiostro e anellini, infatti, oltre a essere caratterizzati da un abusivismo diffuso, sono in balia di una regolamentazione ancora incerta, frammentata che al momento si compone di leggi regionali, linee guida ministeriali e corsi professionali non sempre “professionalizzanti”.
Per questo il Consiglio regionale della Toscana ha deciso di revisionare la materia, modificando la legge regionale che disciplina le attività di estetica, di tatuaggio e piercing.
La stretta della Regione Toscana:
– solo attrezzature approvate
– nuove regole e sanzioni più severe sono in arrivo, dunque, per i trasgressori e per chi si improvvisa tatuatore.
Le sanzioni più salate (dai 3mila ai 18mila euro) sono previste per coloro che operano senza il possesso dei requisiti formativi e che utilizzano attrezzature non previste nell’elenco o eseguono tatuaggi o piercing su minori di quattordici anni. Attenzione poi alle attrezzature utilizzate: ogni apparecchio elettromeccanico dovrà avere una scheda tecnica e le attrezzature dovranno essere tarate. Dal regolamento attuale, inoltre, la parola “disinfettati” sarà sostituita con “sterilizzati”, quando si parla di “materiali acuminati o taglienti se non di monouso prima della successiva utilizzazione”.
“Una legge unica per tutelare il settore”. Le modifiche alla legge regionale sulla disciplina delle attività di estetica e di tatuaggio e piercing dovrebbero poter tutelare maggiormente chi si sottopone a queste pratiche.
Tra i principali obiettivi da raggiungere: salute, igiene sanitaria, libera concorrenza e lotta all’abusivismo, e questo tanto nell’interesse degli operatori quanto degli utenti.
I corsi regionali servono per mettere in sicurezza sia l’operatore sia il cliente per quanto riguarda le norme igienico-sanitarie, ma non prevedono lezioni sulla tecnica da seguire. Per questo sarebbe fondamentale al termine del percorso, istituire stage obbligatori presso laboratori di tatuatori”.
(adr)