THYSSEN: pene ridotte, Guariniello: resta sentenza storica

La Corte d’Appello ha modificato il giudizio di primo grado, riducendo le pene: da 16 10 anni per l’ad Espenhahn, ora accusato di omicidio colposo. La rabbia dei familiari, disperazione e urla in aula

28.2.2013.

La Corte d’Appello ha modificato il giudizio di primo grado, riducendo le pene: da 16 10 anni per l’ad Espenhahn, ora accusato di omicidio colposo.

La condanna è modificata:
– da omicidio volontario con dolo eventuale
a
– omicidio colposo con l’aggravante della colpa cosciente.

La rabbia dei familiari, disperazione e urla in aula.

Il rogo alla Thyssen:
– non fu un omicidio volontario
– ma omicidio colposo con colpa cosciente.

E’ stata modificata questa mattina la storica condanna per dolo eventuale all’amministratore delegato Harald Espenhahn, al quale in primo grado furono inflitti 16 anni e mezzo di carcere, ridotti adesso a 10 anni.

Urla e disperazione al verdetto, alla fine i familiari delle vittime hanno occupato l’aula fino alle 15,30. Dopo verranno ricevuti dal prefetto.

La corte d’Assise d’appello presieduta dal giudice Gian Giacomo Sandrelli ha modifcato anche le altre persone:
– 7 anni agli altri dirigenti del consiglio d’amministrazione Gerald Priegnitz e Marco Pucci.

– otto anni per il direttore dello stabilimento Raffaele Salerno.

– 8 anni ,con uno sconto di pena, peraltro già chiesto dall’accusa, è stato concesso al responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri (che in aula qualche settimana fa si era commosso leggendo delle dichiarazioni spontanee):

ridotta a 9 anni la pena per Daniele Moroni già stata più bassa in primo grado (10 anni e 10 mesi)

Guariniello:”Resta una sentenza storica”
“Al di la’ del mancato riconoscimento del dolo eventuale resta una sentenza storica: quello che conta è che mai in Italia sono state date pene così alte per un incidente sul lavoro”. Così il pm Raffaele Guariniello dopo la lettura della sentenza Thyssenkrupp che ha ridotto le pene e non ha riconosciuto il dolo eventuale per l’amministratore delegato.

La sentenza è stata accolta con urla di disperazione dai familiari delle vittime.
In aula anche i parenti delle vittime dell’Eternit, l’altra grande tragedia dell’amianto che ha causato migliaia di vittime.
Dai familiari delle vittime si sono levate grida “maledetti”.

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