UE, Commissione vota taglio 40% CO2? Squinzi scrive a Letta

Confindustria preoccupata per decisioni Ue 22 gennaio

La Commissione europea entro il 22 gennaio dovrà prendere decisioni importantissime e rendere pubblico un «pacchetto competitività», cioè quattro comunicazioni su energia (Günther Oettinger), industria (Antonio Tajani), cambiamenti climatici (Connie Hedegaard) e «shale gas» (Janez Potocnik).

Codacons: Si tratta di decisioni importanti per la salute dei cittadini poiché la riduzione della CO2 e la possibilità, invece, di elevare la quota di energia rinnovabile al 2030 rappresenta il reale obiettivo di garanzia della salute e dell’ambiente

Squinzi a Letta, irrealistico taglio 40% CO2

Confindustria preoccupata per decisioni Ue 22 gennaio

“I traguardi stabiliti (nel campo delle riduzioni di emissioni di CO2, ndr) devono essere realistici e raggiungibili al minore costo per le imprese, in modo da salvaguardarne la competitività ed evitare impatti negativi sull’economia e su tutta la società”.

E’ quanto scrive il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, in una lettera al premier Enrico Letta, in cui esprime “forte preoccupazione per le delibere che la Commissione Europa si appresta ad adottare il prossimo 22 gennaio in merito agli obiettivi climatici e energetici europei al 2030 e che saranno poi sottoposte all’esame dei governi e del Parlamento europeo”.

Per Squinzi si tratta di una misura “catastrofica” per la competitività del sistema manifatturiero italiano.

In particolare, Confindustria ritiene che “la presa di posizione contenuta nella lettera congiunta inviata da alcuni ministri europei dell’Ambiente, tra i quali quello italiano, alla Commissione europea a sostegno di un ambizioso obiettivo vincolante di riduzione di emissioni di gas serra del 40% a livello domestico, non possa rappresentare la posizione del Governo Italiano”.

Secondo Squinzi
, infatti, “nuovi ambiziosi obiettivi europei in materia di riduzione delle emissioni, sviluppo delle fonti rinnovabili ed efficienza energetica rischiano di penalizzare ulteriormente le imprese italiane” e per questo auspica che “le decisioni che saranno assunte in sede europea in merito, diano un segnale di sostegno alla competitività dell’industria e non penalizzino il sistema produttivo italiano”.

Confindustria non si aspetta comunque una convocazione dal governo su questo tema anche se Squinzi ha detto di essere “sempre pronto a parlarne”.

Fonte: ANSA

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