La Commissione Europea ha proposto, in questi giorni, di adottare una proposta che richiede agli Stati membri di ridurre l’uso dei sacchetti di plastica. Tecnicamente, la proposta modifica la direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio in due parti.
In primo luogo, la proposta modifica l’art. 4 della direttiva 94/62/EC e successive modifiche ed integrazioni indicando che gli stati membri sono tenuti ad adottare misure per ridurre il consumo di sacchetti di plastica con uno spessore inferiore a 50 micron, in quanto questi sono utilizzati meno di quelli con un spessore maggiore e spesso divengono subito un rifiuto.
In secondo luogo, modifica l’art 18, prevedendo che le misure da adottarsi a livello nazionale possano includere l’uso di strumenti economici, come oneri a carico di chi utilizza questi sacchetti usa e getta, oppure altri strumenti quali l’inserimento tra gli obiettivi nazionali di riduzione dei rifiuti ma anche restrizioni di mercato.
L’alta percentuale di riduzione raggiunta in alcuni Stati membri dell’Unione Europea, attraverso l’introduzione di oneri e di altre misure, mostrano che i risultati possono essere ottenuti attraverso un’azione efficace.
Il problema legato all’uso dei sacchetti in plastica è che spesso sono usati una sola volta, ma possono rimanere nell’ambiente per centinaia di anni, di frequente sotto forma di particelle microscopiche che possono essere pericolose soprattutto per gli animali marini.
Nel 2010 è stato stimato che poco meno di 100 miliardi di sacchetti di plastica sono stati immessi sul mercato UE (98,6 miliardi).
Ciò significa che ogni cittadino europeo utilizza 198 sacchetti di plastica all’anno, che rappresenta più di un sacchetto al giorno per ogni famiglia europea.
Circa il 90% di quei 100 miliardi di sacchetti erano sacchetti leggeri.
Ogni anno il consumo pro capite di sacchetti di plastica sottili varia notevolmente tra gli Stati membri, che vanno da:
– una stima minima di 4 sacchetti di plastica in Danimarca e in Finlandia, consumati per ogni cittadino ,
– ad un massimo stimato in 466 in Polonia, Portogallo e Slovacchia.
Questa volta il nostro paese dà l’esempio, infatti l’Italia ha già abbandonato, dal gennaio 2011, l’uso dei sacchetti in plastica leggera monouso a favore dei sacchetti compostabili in bio-plastica, da qui il boom dell’utilizzo di borse della spesa durevoli