“Un diverso modo di leggere l’articolo 20 del D.Lgs. 81/2008” di Alessandro Mazzeranghi

Pubblichiamo l’approfondimento “Un diverso modo di leggere l’articolo 20 del D.Lgs. 81/2008” di Alessandro Mazzeranghi, MECQ.

Un diverso modo di leggere l’articolo 20 del D.Lgs. 81/2008

Continuiamo a scandalizzarci, molto giustamente, del numero di infortuni e malattie professionali che il mondo del lavoro genera, ancora oggi, nel 2016, dopo una ventina di anni di applicazione del D.lgs. 626/94 (e aggiungo: dopo 60 di applicazione del DPR
547/1955). Gli infortuni mortali pare che siano tornati ad avere un trend addirittura crescente!

Forse perché nel nostro sistema generale di prevenzione non tutti fanno il loro dovere? Forse è vero anche questo. Ma è altrettanto vero che molti, pur rispettando gli obblighi specifici di legge, non fanno il massimo delle loro possibilità, andando oltre la legge.

In questo articolo voglio provare a rileggere serenamente l’articolo 20 del D.lgs. 81/2008, nel tentativo di mettere in evidenza sfumature importanti su cui noi per solito non siamo abituati a ragionare. Non è una critica: consideriamo quanto siamo sotto pressione
giorno per giorno, e quanto invece certi ragionamenti e collegamenti richiedono tempo.

Proverò a chiudere questo piccolo spazio introduttivo con una frase, quasi uno slogan, che riassume il mio messaggio:
Per la sicurezza e la salute dei luoghi di lavoro vorrei
avere al centro il contributo di ogni persona (ogni lavoratore), e vorrei avere a fianco l’aiuto
convinto del management.

Per leggere l’articolo completo di Alessandro Mazzeranghi andare al primo link.

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