Una pubblicazione DoRS per imparare a conoscere il cyberbullismo

Che cos’è il cyberbullismo? Cosa lo differenzia dal bullismo tradizionale? DoRS pubblica un documento di sintesi sul tema dal titolo: “Cyberbullismo. Che cos’è, perché occuparsene, le risorse utili”.

Dors, Centro regionale di documentazione per la prevenzione della salute della Regione Piemonte, pubblica “Cyberbullismo. Che cos’è, perché occuparsene, le risorse utili” un documento di sintesi sul tema, risultato di uno stage effettuato nella primavera 2014 e richiesto dalla Fondazione Feyles di Torino.

Negli ultimi quindici anni la continua evoluzione delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione ha fatto sì che gran parte della comunicazione si spostasse su di un piano virtuale soprattutto tra i cosiddetti nativi digitali, nati e cresciuti con le tecnologie digitali e di conseguenza naturalmente predisposti all’utilizzo di tale tipo di comunicazione. La familiarità di questi soggetti con i nuovi canali di comunicazione però, non necessariamente fa di loro degli esperti informatici e conoscitori della rete, soprattutto delle conseguenze dannose che possono derivare da un utilizzo non consapevole e critico della stessa.
La facilità e la leggerezza con cui i ragazzi pubblicano e diffondono informazioni personali sui social network ne è una prova evidente.
Tale mancanza di utilizzo critico dei nuovi media è una delle cause scatenanti dei fenomeni quali il bullismo in rete, il cyber bullismo, che presenta molte caratteristiche in comune con il bullismo “off line” e si distingue per alcune caratteristiche tipiche dell’ambiente digitale.

Secondo il rapporto Ipsos 2014 per Save The Children quattro minori su dieci sono testimoni di atti di bullismo on line verso coetanei, percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%) orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%).
Il bullismo è percepito dal 69% dei minori italiani intervistati come un problema più grave di droga, alcol e della possibilità di subire molestie da un adulto.
I social network rappresentano la modalità d’attacco preferita dal cyber bullo (61%), che di solito colpisce la vittima attraverso la diffusione di foto e immagini denigratorie (59%) o tramite la creazione di gruppi “contro” (57%). C’è poi il fenomeno del “furto” di mail e messaggi privati resi poi pubblici (48%), l’invio di sms, mms, e-mail aggressivi e minacciosi (52% che sale al 61% nel caso di femmine preadolescenti) e la diffusione di notizie false sulla vittima (58%). Secondo i ragazzi il cyber bullismo ha conseguenze sul rendimento scolastico (38%), sui rapporti sociali (65%) e può portare a conseguenze sulla salute come ansia e depressione (57%, percentuale che sale al 63% nelle ragazze tra i 15 e i 17 anni).

Fonte: DoRS

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