La Commissione europea ha avviato un’iniziativa legislativa tesa a costruire una strategia europea per il tessile sostenibile entro la fine del 2021. La roadmap predisposta punta a costruire un comparto tessile sostenibile in Unione Europea basato su un’economia circolare a emissioni zero dove i capi di abbigliamento, prodotti in maniera ecocompatibile, siano progettati per durare, essere riparati, riutilizzati e riciclati in maniera efficiente.
Il tessile è uno dei settori che più di altri, a livello europeo, è in grado di aprire la strada verso un’economia circolare neutra in termini di carbonio; per questo, nei primi giorni di gennaio 2021 è stata pubblicata la “roadmap” per il tessile sostenibile, che prenderà forma entro la fine dell’anno.
Si tratta di una nuova strategia predisposta dalla Commissione europea che punta a costruire un comparto tessile sostenibile in Unione Europea basata sull’economia circolare ed a emissioni zero dove i capi di abbigliamento sono progettati per durare, essere riparati, riutilizzati, riciclati e prodotti in maniera efficiente.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di istituire un quadro globale per creare condizioni e incentivi per aumentare la competitività, la sostenibilità e la resilienza del settore tessile dell’UE, tenendo conto dei suoi punti di forza e di vulnerabilità, dopo un lungo periodo di ristrutturazione e delocalizzazione, e affrontando i suoi impatti ambientali e sociali.
Tutto questo dovrà trovare una giusta armonizzazione con:
– il Green Deal europeo;
– il piano d’azione per l’economia circolare;
– la strategia per le sostanze chimiche per la sostenibilità.
L’iniziativa faciliterà e incoraggerà l’uso ottimale del recovery plan e degli investimenti sostenibili, in particolare nei processi di produzione, nel design, nei nuovi materiali, nei nuovi modelli di business, nelle infrastrutture e nelle competenze e nelle nuove tecnologie, anche attraverso la digitalizzazione.
Per stimolare il mercato dell’UE verso i tessili sostenibili e circolari, l’iniziativa dovrà puntare ad intensificare significativamente gli sforzi nella direzione del riutilizzo e del riciclaggio, nonché implementare gli appalti pubblici verdi nell’UE, tenendo conto delle esigenze espresse dal settore industriale e dalle altre parti interessate (cioè ricerca e innovazione, associazioni di consumatori, società di investimento, Stati membri, società civile).
L’iniziativa dovrà identificare azioni specifiche e orizzontali per il settore tessile che interesseranno l’intera filiera produttiva, tenendo conto dei possibili approcci per migliorare la progettazione per la sostenibilità, in primo luogo assicurando l’utilizzo di materie prime seconde e affrontando la presenza di sostanze chimiche pericolose, inoltre saranno proposte anche azioni per promuovere processi di produzione più sostenibili.
Al tempo stesso l’iniziativa dovrà occuparsi di:
– definire la normativa di riferimento per l’end of waste per il settore tessile;
– rafforzare la protezione dei diritti umani, il dovere di rispettare la normativa ambientale in tutta la filiera di produzione, aumentando la tracciabilità e la trasparenza;
– indirizzare la cooperazione e i partenariati internazionali, compresi gli aiuti al commercio, verso modelli di consumo e produzione più sostenibili, anche per quanto riguarda l’uso della terra e dell’acqua e l’impiego di sostanze chimiche;
– sostenere stili di vita più sostenibili, per esempio incentivando tutte le forme di servizio, il prodotto deve essere visto come servizio e non più solo come bene da acquistare;
– promuovere approcci volontari da parte delle imprese alla sostenibilità attraverso le certificazione come l’Ecolabel UE;
– prevedere sempre di più la responsabilità estesa del produttore nella promozione dei tessili sostenibili e nel trattamento dei rifiuti tessili secondo quanto previsto dalla gerarchia dei rifiuti;
– sostenere l’attuazione dell’obbligo legale di introdurre la raccolta differenziata dei rifiuti tessili entro il termine massimo del 2025. Nel nostro Paese questo termine è stato anticipato al 1 gennaio 2022.
Per costruire la strategia per il tessile sostenibile è necessario che tutte le parti interessate siano consultate, si tratta di tutti gli operatori del settore: produttori di fibre, filati, tessuti o abbigliamento, PMI e aziende globali, fornitori, dettaglianti, fornitori di servizi, raccoglitori, smistatori, riciclatori, centri di ricerca e innovazione e altre parti interessate come autorità pubbliche, consumatori e associazioni di consumatori o società civile.
Fonte: ARPAT