L’Emissions Gap Report viene presentato da UNEP ogni anno prima dei negoziati annuali sul clima, il rapporto traccia il divario tra la direzione in cui si stanno dirigendo le emissioni globali rispetto agli attuali impegni nazionali e il punto in cui dovrebbero essere per limitare il riscaldamento a 1,5°C. Ogni edizione esplora i modi per colmare tale divario.
Mentre le emissioni di gas serra raggiungono nuovi massimi, i record di temperatura si infrangono e gli impatti climatici si intensificano, l’Emissions Gap Report 2023 “Broken Record. Temperatures hit new highs, yet world fails to cut emissions (again)” (Record rotto. Le temperature raggiungono nuovi massimi, ma il mondo non riesce a ridurre ancora le emissioni) rileva che il mondo si sta dirigendo verso un aumento della temperatura di gran lunga al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, a meno che i Paesi non mantengano più di quanto hanno promesso. Il rapporto è la quattordicesima edizione di una serie che riunisce molti dei migliori scienziati climatici del mondo per esaminare le tendenze future delle emissioni di gas serra e fornire potenziali soluzioni alla sfida del riscaldamento globale.
“È ancora possibile realizzare l’obiettivo di un aumento della temperatura globale limitato a 1,5 gradi centigradi”. Lo ha sottolineato Antònio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, in occasione della presentazione dell’ultimo Emissions Gap Report dell’UNEP. Per allinearsi all’obiettivo, tuttavia, le emissioni di gas serra su scala globale dovrebbero ridursi di ben il 42% entro il 2030, rispetto ai valori attesi sulla base delle attuali politiche.
Per contenere l’aumento globale delle temperature entro i 2°C – target meno ambizioso ma comunque contemplato dall’accordo di Parigi sul clima stipulato nel 2015 da quasi 200 Stati – le emissioni dovrebbero essere tagliate del 28% entro il 2030. Se invece gli sforzi di mitigazione dovessero continuare al livello insufficiente determinato dalle attuali politiche, ci si può attendere un aumento delle temperature di 3°C a fine secolo rispetto ai livelli pre-industriali, con conseguenze drammatiche in termini di eventi meteo estremi e danni economici ingenti.
L’UNEP, l’organismo delle Nazioni unite per le politiche ambientali, ha scelto un disco rotto per la copertina di questo report: un doppio senso sul concetto di “broken records”, i record purtroppo battuti ogni anno sull’aumento delle temperature. Quasi sicuramente, ha ricordato la direttrice UNEP Inger Andersen, quest’anno risulterà il più caldo mai registrato finora.
Fonte: SNPA