“Un’eredità per il futuro” un’iniziativa in ricordo del genetista e ambientalista Marcello Buiatti

La giornata di studio “Marcello Buiatti: un’eredità per il futuro” ha ripercorso i vari aspetti della ricerca scientifica e dell’impegno umano e politico di Marcello Buiatti che è stato per anni Presidente di Associazione Ambiente e Lavoro contribuendo attivamente alla crescita di una cultura innovativa della protezione ambientale. Denso di anticipazioni future, l’orizzonte intellettuale di Buiatti si è dispiegato tra genetica evoluzionista, storia ed epistemologia della biologia, ecologia, ambientalismo e politica della ricerca.

“Marcello Buiatti: un’eredità per il futuro” è il titolo dell’iniziativa che si è tenuta venerdì 13 maggio 2022 presso la Gipsoteca di Arti Antiche dell’Università di Pisa, che ha ripercorso, i vari aspetti della ricerca scientifica e dell’impegno umano e politico di Marcello Buiatti (Firenze 1937-Pisa 2020), a cui hanno partecipato Pietro Rubellini e Marcello Mossa Verre, rispettivamente Direttore generale Direttore tecnico di ARPAT.

Scienza e filosofia, politica, ambiente e formazione sono solo alcuni dei temi trattati nel corso della giornata, introdotta dalla moglie neuropsichiatra Anna Anglani Buiatti, dal figlio Marco Buiatti e coordinata da Elena Gagliasso (docente di Filosofia e Scienze del vivente, Università La Sapienza) e Alfonso Maurizio Iacono (docente di filosofia, Università di Pisa).

Buiatti è stato, in Italia e poi in Europa, uno dei primi genetisti e teorici dell’evoluzionismo a lavorare sulla biodiversità per studiarla e per difenderla quando questo termine tecnico, “biodiversità”, si stava affacciando nel panorama culturale. “Senza diversità si muore” è questo il messaggio principale di Buiatti contenuto in uno dei suoi volumi “Il benevolo disordine della vita” che si potrebbe definire come un elogio scientifico della differenza, un itinerario attraverso la storia della scienza e l’attualità della vita quotidiana.

Da evoluzionista lo scienziato Buiatti parlava della “multiformità e ricchezza” dei viventi come di un processo e non di un computo di specie: una proprietà della vita intrinseca e in fieri, dotata di una sua “coerenza disordinata e disordinante”. Se si compromettono le due biodiversità, quella organica (genetica, popolazionale, comportamentale,) e quella ambientale (con la distruzione della varietà degli ecosistemi), la vista sul pianeta scompare; anzi, come spesso precisava “le vite” o il “multiverso” delle vite. Quasi un’anticipazione della pandemia COVID-19 che ha stravolto le nostre vite.

Come importante ricercatore internazionale ha prodotto studi significativi sullo statuto stesso della biologia teorica a confronto con il mondo delle scienze esatte, tra cui quelli con suo figlio Marco Buiatti, neurofisico che ha ricordato nel suo intervento, in quali altri campi più affini alle neuroscienze, sono poi fiorite le ricerche sullo stato vivente della materia di Buiatti padre. A questo proposito Marco Buiatti, ha illustrato sinteticamente le recenti ricerche, che sono fiorite dalle riflessioni scientifiche del padre, una che riguarda le “basi della cognizione sociale” e l’altra che riguarda i meccanismi neurali della navigazione spaziale, che si attivano anche durante la navigazione spaziale dei concetti e delle parole. I ricercatori hanno scoperto, infatti, che queste cellule si trovano nell’ippocampo e permettono all’essere umano di navigare nello spaziotemporale.

Denso di anticipazioni future, l’orizzonte intellettuale di Buiatti si è dispiegato tra genetica evoluzionista, storia ed epistemologia della biologia, ecologia, ambientalismo e politica della ricerca. Buiatti ha sempre curato poi l’interlocuzione culturale costante con il mondo della scuola, con i gruppi di studio più informali e il frastagliato arcipelago dell’ambientalismo italiano di cui, assieme ad altri studiosi chiave come Marcello Cini, Anton Giulio Maccacaro, Laura Conti, Giorgio Nebbia, Vittorio Cogliati Dezza, Mercedes Bresso (per ricordarne solo alcuni/e) fu catalizzatore. Insieme a costoro ed altri/e che si aggiunsero lungo il percorso, fu uno dei fondatori della via italiana all’ambientalismo scientifico, contrassegnata dall’attenzione alla salute sul territorio, dalle lotte per la chiusura delle centrali nucleari dopo la catastrofe di Chernobyl, e dall’ecotossicologia nelle fabbriche – un accostamento questo sostenuto dal costante confronto con la sorella Eva Buiatti, che aprì la strada all’epidemiologia ambientale.
La sua militanza politica e ambientalista è segnata prima dalla Presidenza dell’Associazione Ambiente e Lavoro, poi della Fondazione Toscana Sostenibile, e contribuì in modo innovativo alla crescita di una cultura innovativa del controllo e della protezione ambientale.

Buiatti ha posto, senza poterlo prevedere, molte delle basi che oggi hanno condotto all’interdisciplinarietà e multisciplinarietà propria degli studi sull’emergenza climatica dell’IPCC. Multiculturalità e interdisciplinarietà si sono sempre intrecciate nel pensiero e nella pratica di Buiatti che sapeva unire pensiero filosofico e pensiero scientifico e la testimonianza diretta di scienziati, filosofi europei e internazionali, politici e studiosi presenti alla giornata in ricordo dello scienziato, hanno davvero testimoniato come abbia disseminato tanti semi che stanno germogliando, un’eredità per il futuro.

Fonte: ARPAT

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