Verso la costituzione dell’Istituto europeo di tecnologia

Nei giorni scorsi la Commissione europea ha adottato una proposta per la creazione dell’Istituto europeo di tecnologia (IET). Secondo il Presidente Barroso l’obiettivo è quello di rendere operativo l’Istituto prima della fine del mandato della Commissione. Pur essendo considerata buona l’idea, non mancano però forti resistenze al finanziamento.

La proposta di creare l’Istituto europeo di tecnologia, nasce dall’idea della Commissione europea di creare un luogo di sintesi per avvicinare i mondi dell’Università, della ricerca e delle imprese, in modo da superare la frammentazione oggi esistente nella ricerca europea e per colmare il divario esistente in questo settore tra l’Unione europea è gli Stati Uniti d’America. Infatti la differenza tra l’UE e gli Usa è enorme. Basti pensare che per quanto riguarda la percentuale di PIL destinata al settore per l’Europa siamo all’1,9% mentre gli Usa sono al 2,6% .
Secondo il Presidente Barroso, l’innovazione è necessaria per accrescere la competitività dell’Europa a livello mondiale e per questo c’è bisogno di uno spazio europeo dell’innovazione che sia catalizzatore di eccellenza. Infatti, l’Istituto mira ad attirare talenti e a riunire i maggiori protagonisti del triangolo della conoscenza.
L’Istituto, che nelle intenzioni dovrebbe caratterizzarsi per una struttura snella, sarà composto da un comitato direttivo coadiuvato da un numero ristretto, circa 60 persone, di collaboratori scientifici e amministrativi.
La proposta della Commissione, che comunque deve passare al vaglio del Parlamento e del Consiglio europei, prevede di dotare l’Istituto di una struttura integrata a due livelli. Un livello guidato dal comitato direttivo composto da 15 personalità di alto profilo in rappresentanza del mondo delle imprese e della comunità scientifica al quale verranno aggiunti altri quattro membri in rappresentanza degli studenti, del personale e delle comunità scientifiche. Suo compito sarà quello di definire le priorità strategiche generali dell’Istituto e scegliere le comunità della conoscenza e dell’innovazione cui affidarne l’attuazione. Dovrà inoltre valutare i progressi compiuti in tal senso.
Un secondo livello, più esterno alla struttura in quanto tale, composto della comunità della conoscenza e dell’innovazione basata su un approccio a rete che, trasformandosi in joint-ventures di organizzazioni partners rappresentanti le università, gli istituti di ricerca e le imprese possono formare un partenariato integrato in risposta agli inviti dell’Istituto stesso.
Secondo quanto riferito dall’europarlamentare Alberto Corsini del Gruppo PSE “‘una notevole dose di ottimismo ha animato il Presidente Barroso. Sono infatti già apparse notizie in merito ai problemi finanziari di cui il neo istituto soffre. Nell’idea della Commissione la partecipazione dovrebbe essere in percentuali pubblica e privata, ma almeno per la parte pubblica, già ci sono posizioni divergenti. Mentre il Vicepresidente della Commissione incaricato agli affari industriali, Gunter Verheugen ha annunciato che parte dei fondi saranno resi disponibili dal VII° Programma Quadro, il Commissario alla Ricerca, Janez Potocnic, ha affermato che, seppure i fondi pubblici sono necessari, il VII° Programma Quadro deve essere salvaguardato”.

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