Via libera del Senato alla riforma della maturità

Il 15 novembre scorso il Senato della Pubblica ha approvato il disegno di legge recante “Disposizioni in materia di esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al Governo in materia di raccordo tra la scuola e le università”.

Il testo del DDL Senato 960 del 15 novembre scorso, prevede che per accedere agli esami di maturità sarà necessaria l’ammissione dopo lo scrutinio finale, e quindi non potranno essere ammessi studenti con debiti formativi annullati negli anni precedenti e non recuperati. Potranno però accedere all’esame di Stato anche gli studenti del quarto anno con la media dell’8 e che nel secondo e terzo anno di scuola superiore abbiano avuto almeno la media del 7, saltando così l’ultimo anno in corso. Potranno essere ammessi alla maturità anche gli studenti delle scuole pareggiate o legalmente riconosciute, ma solo se provenienti da istituti in cui funzionino interi corsi di studio. I candidati esterni che non abbiano frequentato il quinto anno dovranno superare un esame preliminare davanti al consiglio di classe. Niente esami di maturità al di fuori del Comune di residenza. Le Commissioni saranno composte per metà da membri interni e per metà esterni e ci sarà un presidente ogni due classi. Confermate le tre prove scritte e l’orale e il voto finale espresso in centesimi; cambia però la ripartizione: la commissione d’esame disporrà di 45 punti per la valutazione delle prove scritte e di 30 per il colloquio, mentre il credito scolastico varrà un massimo di 25 punti.A c hi avrà ottenuto almeno 70 con un credito di almeno 15 punti, la commissione potrà decidere di attribuire fino a 5 punti in più in caso di esame particolarmente brillante. Gli studenti che conseguino il punteggio massimo di 100 senza il “bonus” di 5 punti potranno avere la lode. Inoltre ci saranno premi di natura anche economica , per un importo di 5 milioni di euro finalizzato alla prosecuzione degli studi. Il provvedimento dovrà ora essere esaminato dalla Camera dei Deputati.

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