Via libera dell’UE alla superpatata Ogm.

La Commissione europea ha dato il via libera alla coltivazione geneticamente modificata Amflora,prodotta dalla multinazionale tedesca BASF. La decisione mette fine all’embargo sulle nuove colture Ogm, che resisteva nell’UE dall’ottobre 1998. Una decisione che ha subito incontrato, giustamente, l’opposizione del ministro italiano dell’agricoltura, Luca Zaia.

La patata Amflora, modificata in modo da avere maggior contenuto di amido, è stata a lungo al centro di una controversia tra l’EFSA (autorità dell’Unione europea per la sicurezza alimentare), con sede a Parma, che ha dato il suo via libera “tecnico”, e le due autorità sanitarie, europea e mondiale (l’EMEA (agenzia europea del farmaco) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

La controversia riguardava la presenza, nell’Ogm, di un gene “marker” che conferisce resistenza a u n antibiotico importante per la salute umana. L’EFSA ha dato il suo via libera nonostante il fatto che la direttiva 2001/18/CE, relativa al rilascio deliberato di Ogm nell’ambiente, proibisca espressamente l’autorizzazione per gli Ogm contenenti geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana.

A più riprese, negli anni scorsi, la Commissione europea aveva cercato di ottenere il sostegno degli Stati membri nel Comitato di regolamentazione degli Ogm e in Consiglio dell’Unione europea, senza mai ottenere la maggioranza richiesta per l’autorizzazione alla coltura. Le norme UE, tuttavia, danno all’Esecutivo comunitario il potere di assumere da solo la decisione sull’autorizzazione, se non si esprime contro almeno la maggioranza qualificata degli Stati membri.

Questa decisione della Commissione europea, ha detto Luca Zaia, “ci vede contrari”. Secondo il Ministro dell’agricoltura italiano, infatti, “il fatto di rompere una considerazione prudenziale che veniva rispettata dal 1998 è un atto che rischia di modificare profondamente il settore primario europeo”.Ed ha aggiunto che “Non solo non ci riconosciamo in questa decisione ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia”.

Dura la reazione delle associazioni ambientaliste, come Legambiente che in una nota definisce assurda la fine dell’embargo sulle colture geneticamente modificate che “vanifica gli sforzi e gli investimenti di tutti coloro che hanno creduto nel Made in Italy e nella ricerca della qualità e delle eccellenze. Dello stesso avviso anche i verdi secondo i quali “la decisione della Commissione europea è inaccettabile. Per questo siamo disposti a presentare un quesito referendario già la prossima settimana per evitare che gli Ogm vengano coltivati in Italia”.

Nel link riportiamo un articolo dell’Associazione Progetto GAIA con il quale vengono esaminate le varie valutazioni espresse non solo dalle associazioni ambientaliste, ma anche da settori scientifici e produttori agricoli, quali il Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf) e dal responsabile ambiente della Coldiretti, Stefano Masini, il quale ha dichiarato, fra l’altro, che “la strada è quella tracciata dalle richieste dei consumatori che a gran voce considerano i prodotti Ogm meno salutari”.

Il controverso provvedimento della Commissione europea – sul quale avremo modo di ritornare nelle prossime NEWS con vari approfondimenti – è consultabile sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 53/11 del 4 marzo 2010 dove è pubblicata la Decisione 2010/135/UE della Commissione del 2 marzo 2010 relativa all’immissione in commercio, a norma della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, di una patata (Solanum tuberosum L.linea EH92-527-1) geneticamente modificata per aumentare il tenore di amilopectina nell’amido.

(LG-FF)

Approfondimenti

Precedente

Prossimo