“Gli standard internazionali sulla disabilità mentale e intellettiva sono importanti salvaguardie a tutela di persone vulnerabili: non hanno lo scopo di giustificare crimini orrendi ma stabiliscono dei criteri in base ai quali la pena di morte può essere o meno inflitta” – ha dichiarato Audrey Gaughran, direttrice del programma Temi globali di Amnesty International.
“Siamo contrari alla pena di morte in ogni circostanza, in quanto è l’estrema punizione crudele, disumana e degradante. Ma nei paesi che ancora ne fanno uso gli standard internazionali, compresi quelli che la vietano nei confronti di determinate categorie di persone vulnerabili, devono essere rispettati, in vista dell’abolizione definitiva” – ha aggiunto Gaughran.
In occasione della XII Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty International e la Coalizione mondiale contro la pena di morte vogliono mettere in evidenza l’uso della pena capitale nei confronti delle persone con disabilità mentale e intellettiva.
“Gli standard internazionali stabiliscono senza ombra di dubbio che le persone che soffrono di disabilità mentale e intellettiva non devono subire questa sanzione estrema. Tuttavia, in molti casi, tale condizione non viene accertata durante il procedimento penale” – ha sottolineato Gaughran.
“I paesi che ancora ricorrono alla pena capitale devono assicurare che vi siano risorse per svolgere valutazioni indipendenti e rigorose su chiunque rischi la pena di morte, dal momento in cui viene incriminato fino alla fase successiva alla sentenza” – ha continuato Gaughran.
“Chiediamo ai governi di tutti i paesi che ancora usano la pena di morte di istituire immediatamente una moratoria sulle esecuzioni come primo passo verso l’abolizione. Quello che mettiamo in luce oggi è un altro esempio dell’ingiustizia della pena di morte” – ha concluso Gaughran.