2001-2006: contestazioni UE alle violazioni dell’Italia sulle direttive comunitarie

Il “tema della settimana” che “il Sole 24 ore” ha affrontato nel numero del Lunedì 7 agosto 2006 è sulle infrazioni contestate all’Italia dall’UE in materia di attuazione delle direttive comunitarie. L’accurata indagine sottolinea le infrazioni – e relative conseguenze – avvenute negli ultimi 5 anni di Governo.

Le violazioni delle direttive comunitarie da parte del Governo negli ultimi cinque anni hanno prevalso sui mancati adeguamenti. E’questa, in sintesi, la conclusione cui è pervenuta una accurata indagine svolta dal quotidiano Il Sole 24 ore pubblicata nel numero del Lunedì 7 agosto e dalla quale risulta che le infrazioni contestate all’Italia dall’Unione europea hanno raggiunto un primato, non certo invidiabile, di 260 richiami di cui 189 per violazioni, appunto, di direttive europee.
La classifica per settori vede la normativa ambientale al primo posto con 67 richiami su 189. Inoltre , l’Unione europea è intervenuta più volte per contestare all’Italia infrazioni nei seguenti settori:
economia e finanze (48), salute , infrastrutture e trasporti (31), lavoro (20), attività produttive (16), interno e politiche agricole (13), comunicazioni, giustizia e istruzione e università (5), affari esteri (3), beni culturali (2) e pari opportunità 81).
“Un carico di pendenze – scrive il quotidiano confindustriale milanese -che ha subito una brisca accelerazione negli ultimi cinque anni con ben 219 censure . La progressione è impressionante: 14 infrazioni nel 2001, 28 l’anno successivo, quindi 33 e 35 rispettivamente nel 2003 e nel 2004, fino al record di 62 lo scorso anno. E anche il 2006 non promette bene: in poco più di sei mesi 8 l’ultimo monitoraggio e del 20 luglio scorso), la Commissione europea ha già notificato all’Italia 61 comunicazioni”.
Come abbiamo già riportato, la maglia nera spetta alla politica “verde “ con un richiamo al mese in poco più di 4 anni. Infatti, le violazioni alla normativa ambientale comunitaria ha raggiunto le 67 procedure, anche se – riferisce Il Sole 24 ore -sui numeri non c’è accordo: l’ufficio di Palazzo Chigi che monitora le violazioni ne conta infatti 67. Cinque in più di quante risultano all’Ambiente. Un differenza che si spiega solo in parte : in tre casi le procedure sono confluite in altri fascicoli”.
Da rilevare che nel contenzioso aperto con l’Italia vi è anche un caso avviato nel 1985 e solo 47 pratiche stanno avviandosi verso l’archiviazione..
In merito all’iter della procedura d’infrazione , le fasi che portano uno Stato membro alla condanna sono le seguenti:
– Messa in mora (Primo ammonimento per una possibile infrazione-Lo Stato membro deve fornire entro due mesi le sue osservazioni)
– Parere motivato (La Commissione sulla base delle risposte fornite dallo Stato membro invia un ammonimento scritto finale in cui illustra i motivi della violazione)
– Ricorso alla Corte di Giustizia UE (1- I giudici comunitari rigettano il ricorso della Commissione e la procedura si chiude. 2- La Corte accetta la violazione del trattato e impone allo Stato membro di adeguarsi)
– Seconda messa in mora (Se lo Stato membro non si adegua alla sentenza di condanna. la Commissione può riaprire il procedimento con un secondo ammonimento)
– Secondo parere motivato (La Commissione chiede nuovamente allo Stato membro di adeguarsi alle decisioni della Corte e alle regole del trattato con un ammonimento scritto)
– Richiesta di condanna alla Corte di Giustizia UE (La Commissione chiede alla Corte di Giustizia di condannare nuovamente lo Stato inadempiente e di infliggere una sanzione pecuniaria).
Nella Tabella elaborata dal quotidiano milanese – che riportiamo nel link – sono evidenziate l’oggetto e il tipo di violazione per settore e lo stato della procedura.

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