Dalla fine di giugno 2009, infatti, i passaporti dei cittadini europei dovranno includere due impronte digitali in un microchip.
Per una maggiore tutela dei minori e per lottare in modo efficace contro la tratta di questi ultimi, è prevista l’applicazione del principio “una persona, un passaporto” rinunciando alla prassi di iscrivere i minori sui documenti di viaggio dei genitori senza che i loro dati figurino nel microchip.
Per quanto riguarda l’Italia, per esempio:
– fino a 15 anni il minore può lasciare il paese con un certificato o estratto di nascita vidimato dal questore;
– fino a 16 anni può viaggiare con l’iscrizione sul passaporto di un genitore o con il passaporto individuale
– a partire dal 16° anno di età, il minore dovrà avere un proprio passaporto.
Inizialmente il Consiglio auspicava che i dati dei bambini fossero raccolti a partire dai 6 anni ma il Parlamento ha sollevato seri dubbi in merito all’affidabilità dei dati raccolti in un’età compresa tra i 6 e i 12 anni in quanto la tecnologia esistente non permette ancora di garantire l’affidabilità delle impronte digitali delle persone di età inferiore ai 12 anni.
(Pa-Ra)