60 anni fa: “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” – Messaggio del Presidente Giorgio Napolitano

60 anni fa fu approvata la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948. Fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli Stati membri. Fa parte dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo statuto. Dichiarazione del Presidente Giorgio Napolitano.

La “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” è un documento storico prodotto sull’onda dell’indignazione per le atrocità commesse durante la seconda guerra mondiale; rappresenta il “codice etico” di importanza storica fondamentale perché sancisce universalmente (cioè in ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i Diritti Umani.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 60° Anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’ uomo ha dichiarato che:
“La Dichiarazione del 1948 ha affermato il valore essenziale della dignità umana, ovunque nel mondo, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione o opinione, cittadinanza o status sociale. Adottando quel documento, la Comunità internazionale ha riconosciuto che il primato dei diritti della persona è condizione basilare per realizzare concretamente la pace, la libertà e la giustizia fra i popoli.
I principi sanciti dalla Dichiarazione – ha aggiunto il Capo dello Stato – sono stati progressivamente oggetto di numerose convenzioni internazionali, che hanno dato vita ad un vasto patrimonio normativo. Tale processo evolutivo, particolarmente rilevante e fecondo in ambito europeo, ha rafforzato la consapevolezza della responsabilità internazionale per la tutela dei diritti umani e della necessità di prevedere adeguati sistemi di verifica da parte degli Stati”.

In quanto dichiarazione di principi dell’Assemblea Generale, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non è giuridicamente vincolante per gli Stati membri dell’organizzazione. Tuttavia ai diritti ed alle libertà in essa riconosciuti va attribuito un valore giuridico autonomo nell’ ambito della comunità internazionale, dal momento che sono ormai considerati dalla gran parte delle nazioni civili alla stregua di principi inalienabili del diritto internazionale generale ( jus cogens). La Dichiarazione dei Diritti Umani è un codice etico di importanza storica fondamentale: è stato infatti il primo documento a sancire universalmente ( cioè in ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all’ essere umano. Idealmente, la Dichiarazione è il punto di arrivo di un dibattito filosofico sull’etica e i diritti umani che nelle varie epoche ha visto impegnati filosofi e politici. Non si deve dimenticare l’ importanza che, nella stesura della “ Dichiarazione del 1948”, h avuto la Dichiarazione dei diritti dell’ uomo e del cittadino” stesa nel 1789 durante la Rivoluzione francese, i cui elementi di fondo (i diritti civili e politici dell’ uomo) sono confluiti in larga misura in questa carta.
La Dichiarazione è anche la base di molte delle conquiste civili della seconda metà del XX secolo, e costituisce l’orizzonte ideale della Carta dei diritti fondamentali dell’ Unione europea, confluita poi nel 2004 nella Costituzione europea.

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