“626 un lusso?”: precisazioni di Tremonti e risposta di Damiano

Replica di Cesare Damiano al Ministro Tremonti dopo le polemiche sulle dichiarazioni di Tremonti: “robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci…”

Replica di Cesare Damiano (capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera ed ex Ministro del Lavoro) al Ministro Tremonti dopo le polemiche sulle dichiarazioni di Tremonti: “robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci…”:

La risposta di Cesare Damiano:
‘L’invito a un confronto rivolto a me e a Tiziano Treu da parte del ministro Tremonti e’ sicuramente un fatto positivo, al quale mi rendo disponibile, perche’ nel tempo della globalizzazione e’ necessario riscrivere regole di competitivita’ a patto che non vadano a detrimento delle tutele dei lavoratori.
La parziale correzione di rotta del ministro Tremonti a proposito della legge 626, peraltro gia’ abrogata e assorbita dal Testo unico sulla Sicurezza predisposto durante il governo Prodi, indica la necessita’ di un serio approfondimento. Vogliamo precisare al ministro che non e’ vero che gli infortuni e gli incidenti siano concentrati prevalentemente nell’imprese di grande dimensione: purtroppo e’ vero il contrario, anche considerando il fatto che oltre il 90% delle imprese italiane e’ costituito da unita’ locali con meno di dieci addetti’.
‘In secondo luogo, il Testo Unico – conclude l’ex ministro – ha gia’ previsto normative piu’ semplificate per quanto riguarda la piccola impresa, con forme di sostegno rinviate ai successivi decreti di attuazione: compete al governo procedere e non allungare i tempi di attuazione’.

Dopo le polemiche e le dichiarazioni negative (vdi link) di Damiano, Treu, Lotito, CGIL, ANMIL, UGL, …. in serata un comunicato stampa del Ministro precisava:
Cinque parole cinque dette a Bergamo alle undici di sera nel corso di una festa, – “come ad esempio la 626” – , hanno fornito occasione per una polemica che mi sembra un po’ eccessiva .
Cerco di esprimere, a questo punto usando piu’ di cinque parole, il mio pensiero.
Civilta’ e stupidita’. La sicurezza sul lavoro è un’ irrinunciabile conquista della civilta’ occidentale.
L’eccesso occhiuto di burocrazia è un derivato della stupidita’ .
In Europa è sempre piu’ evindente il problema dell’eccesso di burocrazia imposto in questi anni alle imprese.
E’ per questo che sta iniziando un ciclo opposto: stop regulation, less regulation e better regulation. La legge 626 non fa eccezione.
Nel caso della 626 che peraltro è stata assorbita in un nuovo Testo Unico, si deve distinguere tra effettiva tutela della sicurezza sul lavoro, che e’ fondamentale, ed eccessiva burocrazia che è quasi demenziale.
Le regole pensate in Europa per la grande industria sono fondamentali ed inviolabili.
Ma un conto è la grande industria, un conto è la piccola minima individuale impresa caratteristica dell’ economia italiana .
E’ qui che l’applicazione italiana della direttiva europea si presenta come la fabbrica dell’assurdo: di costi artificiali, di corsi di formazione fantasma, di sanzioni erratiche. Ciò che è stato paradossale in Italia è l’estensione parossistica alla minima impresa di regole che poco o niente hanno a che vedere con la sicurezza sul lavoro nel loro proprio contesto di funzionamento . Forse, anzi senza forse, di questo tipo di regole – costi si puo’ fare a meno senza mettere in discussione la vita e la sicurezza dei lavoratori. Anzi tutelandoli ancora meglio, separando cio’ che e’ serio da ciò che è assurdo. La concorrenza con la Cina non si fa certo sulla vita e sulla sicurezza dei lavoratori, ma evitando, dove è possibile, di farci del male da soli.
….
Su questi temi sarei comunque felice di una discussione con Tiziano Treu che e’ stato mio professore di diritto del lavoro e con Cesare Damiano per la sua esperienza di governo. Mi permetto di suggerire anche una sede per il dibattito: quella degli artigiani di Mestre.

Consulta il tutto ai link riportati in alto a destra.

(Red)

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