Parità di retribuzione per lavoro di pari valore

Questo il tema di una Risoluzione adottata dal Parlamento europeo

Nella seduta del 20 settembre 2001, il Parlamento europeo ha adottato la Risoluzione A5-0275/2001 ” sulla parità di retribuzione per lavoro di pari valore”, pubblicata sulla G.U.C.E. C 77 E/134 del 28 marzo 2002. La Risoluzione si richiama a vari provvedimenti comunitari precedenti, tra cui la Risoluzione del 12 giugno 1997 sulla comunicazione della Commissione dal titolo ” Codice di condotta per l’applicazione della parità retributiva tra uomini e donne per lavoro di pari valore”, alla propria Risoluzione del 15 novembre 2000 sulla proposta di decisione del Consiglio concernente il programma relativo alloa strategia quadro comunitaria in materia di parità tra uomini e donne, alla Risoluzione del 18 maggio 2000 sul seguito dato alla piattaforma di azione di Pechino e, infine, alla relazione della Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità e il parere della Commissione per l’occupazione e gli affari sociali.Con questa nuova Risoluzione, il Parlamento europeo prende atto che lo scarto retributivo medio fra donne e uomini è nell’ Unione europea del 28% e che, pur considerando le differenze strutturali tra uomini e donne sul mercato del lavoro, quali l’età, l’istruzione, la professione e lo svolgimento delle carriere, le retribuzioni delle donne sono comunque mediamente inferiori del 15% a quelle degli uomini. Tale gap retributivo è spiegabile unicamente con meccanismi di discriminazione di valore, il che rende tale situazione inaccettabile.Considerato che ogni lavoro deve essere valorizzato come merita e che la segregazione tra uomini e donne sul mercato lavorativo comporta sovente che nei settori e posti di lavoro “femminili” le retribuzioni sono inferiori rispetto a quelle dei settori e posti di lavoro “maschili”, la Risoluzione del P.E. considera del tutto illegittima e che pertanto occorre procedere a una rivalutazione dei settori ed impieghi femminili per ridurre la differenze retributive fra uomini e donne. Viene sottolineato che l’obiettivo fissato nel corso del Consiglio europeo di Lisbona di portare la percentuale delle donne in attività di servizio all’ interno del mercato del lavoro al 60% entro il 2010, non contribuirà a garantire pari opportunità tra uomini e donne, se la maggioranza delle donne sono sottopagate e il loro lavoro sottovalutato. Sottolineando l’importanza della formazione in tutte le sue forme e a tutti i livelli, quale strumento indispensabile per il raggiungimento della parità, il Parlamento europeo fa appello a tutti gli Stati membri perché vengano intensificati i loro sforzi per elaborare e scambiarsi buone prassi per l’eliminazione del differenziale salariale e a prevedere piani di ” parità retributiva” nei rispettivi piani nazionali di azione per l’occupazione.

Fonte: Eur-Lex

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