E’ la Raccomandazione del Consiglio UE del 18 febbraio 2003
In applicazione dell’ articolo 118, paragrafi 2 e 3, del trattato CE, e del Comitato consultivo per la sicurezza, l’ igiene e la tutela della salute sul luogo di lavoro, il Consiglio dell’ Unione europea ha adottato la Raccomandazione del 18 febbraio 2003 relativa al miglioramento della protezione della salute e della sicurezza sul lavoro dei lavoratori autonomi, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’ Unione europea (.G.U.E.) n. L 53/45 del 28 febbraio 2003. Dato il numero crescente di lavoratori autonomi, il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 25 febbraio 1999 sul quadro generale per l’ azione della Commissione nel settore della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro, aveva posto l’ attenzione sulla categoria dei lavoratori autonomi in quanto collocati molto al di fuori del campo di applicazione della legislazione in materia, ricordando che lo sviluppo del subappalto ha per corollario un aumento degli infortuni sul lavoro. Questa Raccomandazione del Consiglio, tenendo conto della comunicazione della Commissione dell’ 11 marzo 2002 dal titolo ” Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della società: una nuova strategia comunitaria per la salute e la sicurezza ( 2002-2006)”, intesa a suscitare una cultura basata sulla prevenzione e a orientare i comportamenti, si rivolge proprio a quei lavoratori che esercitano la loro attività professionale al di fuori di un rapporto di lavoro con un datore di lavoro o, più in generale, al di fuori di qualsiasi subordinazione a una terza persona e che non sono, in regola generale, coperti dalle direttive comunitarie che riguardano la salute e la sicurezza sul lavoro, in particolare dalla direttiva quadro 89/391/CEE del Consiglio, del 12 giugno 1989. La Raccomandazione sottolinea che i lavoratori autonomi, sia che lavorino da soli o con altri dipendenti, possono essere esposti a rischi per la salute e la sicurezza analoghi a quelli che corrono i lavoratori dipendenti. Fra l’ altro esistono nella Comunità settori considerati ” ad alto rischio” in cui il numero di lavoratori autonomi è molto elevato ( agricoltura, pesca, edilizia, trasporti, ad esempio). E’ pertanto opportuno tener conto della categoria dei lavoratori autonomi e , come indicato nella presente Raccomandazione, concentrarsi sulla prevenzione dei rischi di infortuni e di malattie professionali a cui sono esposti i lavoratori autonomi, determinando notevoli costi sociali e umani. Pertanto, viene raccomandato agli Stati membri della Comunità di promuovere, nel quadro delle rispettive politiche di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, una politica di prevenzione attraverso provvedimenti legislativi, incentivi, campagne d’ informazione e di sensibilizzazione ed in particolare l’ accesso ad una formazione sufficiente – senza oneri finanziari eccessivi – per ottenere qualifiche adeguate in materia di sicurezza e di salute. Infine, tenere conto delle informazioni disponibili sulle esperienze fatte in altri Stati membri.
Fonte: Eur-Lex
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