Legambiente:Ecosistema Urbano 2005

Nei giorni scorsi è stato presentato il nuovo dossier di Legambiente sull’Ecosistema Urbano 2005 costituito da oltre 100.000 dati raccolti “ alla fonte” delle amministrazioni comunali ed elaborati insieme all’Istituto di Ricerche Ambiente Italia. E’stata stilata una graduatoria delle città, da quella dove la qualità ambientale alla più arretrata. Quest’anno il gradino più alto spetta a Lecco.

Si tratta dell’undicesimo rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia. Quest’anno il dossier di Legambiente sull’Ecosistema Urbano 2005 – i cui dati sono stati elaborati insieme all’Istituto di Ricerche Ambiente Italia- il trofeo dove la qualità ambientale è risultata migliore è andato alla città di Lecco. Nella città manzoniana –scrive il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta – è ottima la raccolta differenziata, buona la depurazione delle acque , discreto il trasporto pubblico, e gli alti livelli di reddito non si traducono automaticamente in sperpero di energia e risorse naturali. Tratti distintivi che accomunano l’intero plotone delle “ top ten”: città medio-piccole , del centro – nord ( Livorno e Pisa le più meridionali), con una tradizione di buona amministrazione e servizi pubblici abbastanza efficienti. Molto più deludente è la performance delle metropoli: Napoli e Torino arrancano, anche Milano fatica nonostante il dato di eccellenza nella raccolta differenziata dei rifiuti; solo Roma mostra qualche segno incoraggiante di miglioramento. Infine, il Sud: con pochissime eccezioni ( Matera, Caltanissetta, Campobasso), i capoluoghi del Mezzogiorno mostrano un volto ambientale decisamente sgradevole, dove la malagestione della cosa pubblica ereditata dal passato si somma ad una generale mancanza di dinamismo. Emblemi di questa arretratezza, l’abusivismo edilizio e il caos rifiuti: la metà dei mattoni fuorilegge si concentra in sole quattro regioni ( Puglia, Calabria, Sicilia e Campania), mentre in nessun luogo del Sud la raccolta differenziata tocca il 15%e in quasi tutti è al di sotto del 10%.Due questioni – illegalità edilizia ed emergenza rifiuti – che chiamano in causa scelte politiche sciagurate o fallimentari: in un caso il condono edilizio del 2003 , che ha portato pochi quattrini nelle casse dello Stato ma ha rilanciato alla grande l’industria delle costruzioni illegali; nell’altro i dieci anni e più di gestione commissariale del ciclo dei rifiuti in tutte le regioni del Sud, che non hanno prodotto alcun beneficio strutturale.

Approfondimenti

Precedente

Prossimo