Giovedì 14 aprile, Legambiente ha presentato alla stampa il Rapporto annuale Ambiente Italia 2005 dal quale emerge, fra laltro, che leconomia è ferma ma crescono gas serra, consumi energetici, abusivismo edilizio, trasporti su gomma. Insomma, un paese verso il declino dove la stagnazione soffoca la gioia e il gusto della sfida.
Il Rapporto annuale di Legambiente, Ambiente Italia 2005, è arrivato alla sedicesima edizione (244 pagine, 19,80 euro).Già disponibile in libreria, è stato presentato a Roma il 14 aprile scorso in una conferenza stampa cui hanno partecipato i curatori del rapporto e gli esponenti della gloriosa associazione ambientalista. La parte monografica del volume è dedicata questanno ad approfondire il peso che può e deve giocare lambiente nelle strategie contro il declino. Una riflessione realizzata con il contributo di molti autorevoli interlocutori come Anna Maria Artoni, Fabrizio Barca, Guglielmo Epifani, Roberto Formigoni, Luciano Gallino, Emilio Gerelli,Gianmaria Gros Pietro, Alberto Malocchi, Claudio Martini, Giovanni Valentini, Gianfranco Viesti.
LItalia che è stata fotografata da Legambiente si presenta come un Paese la cui competitività negli ultimi quattro anni è scivolata dal 32esimo al 47esimo posto (su 104 paesi) nella classifica stilata dal World Economic Forum, dopo il Sud Africa, la Corea la Cina. Eppure è un paese dove si registra la crescita dei consumi per i trasporti (il 23,9% in più rispetto al 90), della produzione energetica (malgrado il PIL resti indietro) e delle emissioni di gas serra balzate in avanti di 10 punti percentuali. Un paese più povero e inquinato, in crisi e con lambiente sempre più sottopressione. Il quadro è allarmante anche se per fortuna vi sono controtendenze a livello locale che la dicono lunga sulla miope politica del governo centrale. Cresce in dieci anni il consumo energetico del 2,6% (lItalia è il paese che ha conosciuto il minor tasso di sviluppo delle fonti rinnovabili e in 15 anni da leader europeo è diventato un fanalino di coda); cresce la mobilità su gomma del 43% (le merci ancora oggi sono trasportate così per il 77% del totale, a ricordare che le infrastrutture al riguardo sono ancora insufficienti) e il territorio ha subito unurbanizzazione del 6%. Un segnale positivo arriva dal fronte dei rifiuti, dove lo sviluppo della raccolta differenziata e della capacità di trattamento tecnologico dei rifiuti ha fatto decrescere la quantità di spazzatura abbandonata in discarica. Restano molto elevati, invece, i livelli di inquinamento nelle aree urbane. Secondo Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente bisogna definire e presentare un disegno che sappia evocare le energie oggi latenti, mobilitare i talenti che non trovano la forza di emergere, le intelligenze e la creatività che portano gli italiani sulle poltrone della city di Londra, sulle cattedre delle università americane o nei laboratori dei più importanti centri di ricerca mondiali LItalia deve ritrovare lorgoglio, deve tornare a credere in se stessa e nel proprio futuro. Deve tornare a fare lItalia.
LItalia che è stata fotografata da Legambiente si presenta come un Paese la cui competitività negli ultimi quattro anni è scivolata dal 32esimo al 47esimo posto (su 104 paesi) nella classifica stilata dal World Economic Forum, dopo il Sud Africa, la Corea la Cina. Eppure è un paese dove si registra la crescita dei consumi per i trasporti (il 23,9% in più rispetto al 90), della produzione energetica (malgrado il PIL resti indietro) e delle emissioni di gas serra balzate in avanti di 10 punti percentuali. Un paese più povero e inquinato, in crisi e con lambiente sempre più sottopressione. Il quadro è allarmante anche se per fortuna vi sono controtendenze a livello locale che la dicono lunga sulla miope politica del governo centrale. Cresce in dieci anni il consumo energetico del 2,6% (lItalia è il paese che ha conosciuto il minor tasso di sviluppo delle fonti rinnovabili e in 15 anni da leader europeo è diventato un fanalino di coda); cresce la mobilità su gomma del 43% (le merci ancora oggi sono trasportate così per il 77% del totale, a ricordare che le infrastrutture al riguardo sono ancora insufficienti) e il territorio ha subito unurbanizzazione del 6%. Un segnale positivo arriva dal fronte dei rifiuti, dove lo sviluppo della raccolta differenziata e della capacità di trattamento tecnologico dei rifiuti ha fatto decrescere la quantità di spazzatura abbandonata in discarica. Restano molto elevati, invece, i livelli di inquinamento nelle aree urbane. Secondo Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente bisogna definire e presentare un disegno che sappia evocare le energie oggi latenti, mobilitare i talenti che non trovano la forza di emergere, le intelligenze e la creatività che portano gli italiani sulle poltrone della city di Londra, sulle cattedre delle università americane o nei laboratori dei più importanti centri di ricerca mondiali LItalia deve ritrovare lorgoglio, deve tornare a credere in se stessa e nel proprio futuro. Deve tornare a fare lItalia.
Fonte: Legambiente
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