Con Sentenza n. 24190/2005, la Terza Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che i ristoratori hanno lobbligo di indicare nel menu se il pesce è surgelato, e , in mancanza di tale indicazione, rischiano una condanna per il reato di frode in commercio.
I ristoratori hanno lobbligo di indicare nel menu se il pesce che servono ai clienti è surgelato, altrimenti sono passibili di condanna per il reato di frode in commercio. Lo ha stabilito la Terza Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione con Sentenza n. 24190/2005 del 24 maggio 2005 e depositata in Cancelleria il 27 giugno 2005.Con tale sentenza viene confermata la condanna inflitta dalla Corte di Appello di Milano al gestore di un locale che serviva pesce surgelato senza alcuna indicazione nel menu. Invano la difesa ha sostenuto che i camerieri informavano preventivamente i clienti sul tipo di cibo servito: in assenza di una prova documentale in tal senso, resta lobbligo di indicare i prodotti surgelati nella lista. La Suprema Corte ha a tale proposito confermato lorientamento ormai consolidato della Giurisprudenza di Legittimità secondo il quale, nellambito dellattività di ristorazione per la quale siano impiegati prodotti surgelati, è configurabile il tentativo di frode in commercio, non solo quando venga omessa lindicazione di tale tipo di alimenti nella lista delle pietanze, ma anche quando la loro indicazione sia fatta con caratteri molto piccoli, posti allestremo margine inferiore della lista e in senso verticale, in modo da sfuggire allattenzione della clientela; di conseguenza, può costituire il tentativo del delitto di frode in commercio anche il semplice fatto di non indicare nella lista delle vivande poste sui tavoli di un ristorante che determini che i prodotti sono congelati, giacchè il ristoratore ha lobbligo di dichiarare la qualità della merce offerta ai consumatori.
Fonte: Corte Suprema di Cassazione
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