La Corte ha ritenuto la responsabilità dei sanitari in virtù del fatto che, nonostante la terapia fosse corretta, a causa dellomessa informazione sulle possibili conseguenze della terapia, la paziente non era stata messa in condizioni di fornire un consenso consapevole.
In particolare la Suprema Corte ha precisato che ai fini dell’accertamento della responsabilità del sanitario per violazione dellobbligo del consenso informato è ininfluente il fatto che il trattamento sia stato eseguito in maniera corretta o meno, assumendo rilevanza solo la condotta omissiva consistente nellinadempimento dell’obbligo di informazione riguardo le possibili conseguenze del trattamento, la successiva constatazione della verificazione delle stesse a causa del trattamento e quindi laggravamento conseguente cioè collegato casualmente – delle condizioni di salute del paziente.
(AG-3)
08/04/2006