Il 26 aprile scorso, il Parlamento europeo si è impegnato a presentare una risoluzione per la moratoria universale della pena di morte entro la sessione in corso dellAssemblea Generale della Nazioni Unite.
Dopo la Relazione della I Commissione permanente Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio presentata alla Presidenza della Camera dei Deputati il 15 settembre 2006 (Relatore:Boato) sulle Proposte di Legge Costituzionale n. 193 diniziativa dei deputati Boato, Leonio e Zanella sulla Modifica allart.27 della Costituzione, concernente labolizione della pena di morte (presentata il 28 aprile 2006) e n. 523, diniziativa di vari deputati (presentata l8 maggio 2006) che al quarto comma dellart.27 della Costituzione le parole se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra sono soppresse, anche il Parlamento europeo si è impegnato concretamente per presentare, entro la sessione in corso dellAssemblea Generale delle Nazioni Unite, una risoluzione per la moratoria universale della pena di morte. Già a febbraio, alla vigilia del Terzo Congresso mondiale per labolizione della pena di morte a Parigi, il Parlamento europeo aveva fatto sentire forte la propria voce contro la barbarie della esecuzione capitale.
Come ha scritto leuroparlamentare Pasqualina Napoletano, vice presidente del Gruppo PSE si è tornati sul tema per chiedere ai governi coerenza rispetto agli impegni assunti, per presentare una risoluzione per la moratoria, da subito, e per cogliere loccasione per sostenere in ogni modo la proposta abolizionista. LItalia, da parte sua, con gli sforzi diplomatici del Governo e con la Posizione del Parlamento è in prima linea in questa battaglia di civiltà. Dallultimo pronunciamento di febbraio, ci sono stati momenti di stallo nel negoziato tra le posizioni dei diversi paesi membri, sia allinterno dellUE che, soprattutto, dellAssemblea Generale dellONU. Eil momento di unazione più incisiva. Ci sono le condizioni ha dichiarato ancora Pasqualina Napoletano per un voto favorevole su una risoluzione che chieda una moratoria, da subito, come primo passo verso labolizione totale.
I ministri europei hanno posto lobiettivo di arrivare ad una posizione comune da presentare entro la sessione in corso dellAssemblea Generale dellONU. I numeri sembrano venire in aiuto di questa prospettiva. Cresce il numero dei paesi che possono essere definiti abolizionisti, anche di fatto, e si allarga concretamente la possibilità di un voto a maggioranza semplice o addirittura assoluta. Rispetto allultimo congresso per labolizione, celebrato a Montreal nel 2004, nuovi paesi sono divenuti abolizionisti, altri hanno mosso passi in questo senso, come il caso dei paesi del Medio Oriente.
Come ha scritto leuroparlamentare Pasqualina Napoletano, vice presidente del Gruppo PSE si è tornati sul tema per chiedere ai governi coerenza rispetto agli impegni assunti, per presentare una risoluzione per la moratoria, da subito, e per cogliere loccasione per sostenere in ogni modo la proposta abolizionista. LItalia, da parte sua, con gli sforzi diplomatici del Governo e con la Posizione del Parlamento è in prima linea in questa battaglia di civiltà. Dallultimo pronunciamento di febbraio, ci sono stati momenti di stallo nel negoziato tra le posizioni dei diversi paesi membri, sia allinterno dellUE che, soprattutto, dellAssemblea Generale dellONU. Eil momento di unazione più incisiva. Ci sono le condizioni ha dichiarato ancora Pasqualina Napoletano per un voto favorevole su una risoluzione che chieda una moratoria, da subito, come primo passo verso labolizione totale.
I ministri europei hanno posto lobiettivo di arrivare ad una posizione comune da presentare entro la sessione in corso dellAssemblea Generale dellONU. I numeri sembrano venire in aiuto di questa prospettiva. Cresce il numero dei paesi che possono essere definiti abolizionisti, anche di fatto, e si allarga concretamente la possibilità di un voto a maggioranza semplice o addirittura assoluta. Rispetto allultimo congresso per labolizione, celebrato a Montreal nel 2004, nuovi paesi sono divenuti abolizionisti, altri hanno mosso passi in questo senso, come il caso dei paesi del Medio Oriente.
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