La strada da seguire è l riconversione energetica, per Legambiente. Si tratterebbe di una scelta dalle enormi potenzialità non solo in termini sociali ed educativi, ma anche per reperire risorse per la manutenzione e il miglioramento degli edifici scolastici . In questo senso, Prato, il primo comune in classifica, costituisce un ottimo esempio di investimento in energie rinnovabili con 28 scuole dotate di impianti fotovoltaici e un ritorno dal conto di energia di più di 300mila sono nel primo anno.
Nella graduatoria di Ecosistema Scuola 2009, il nono rapporto di Legambiente sulledilizia e i servizi scolastici nel nostro Paese, la città Toscana si piazza, per il quarto anno consecutivo al primo posto, seguita da Biella, Terni Lecce, Forlì, Livorno, Parma e Firenze.
Lindagine che, in assenza dei dati dellAnagrafe Nazionale delledilizia scolastica, rappresenta lunica ricerca sullo stato degli edifici scolastici italiani, è stata realizzata attraverso lelaborazione dei dati forniti da 95 amministrazioni comunali (che hanno competenze sulle scuole primarie e secondarie di primo grado) e 62 provinciali (che hanno competenze sugli istituti superiori) sullanalisi di tre principali parametri: la qualità della struttura degli edifici in termini di età e di idoneità allattività scolastica, i servizi e le buone pratiche ambientali e, infine, i rischi ai quali sono esposti gli istituti.
Secondo Ecosistema Scuola 2009 uno studente che oggi entra nel mondo della scuola rischia di trovarsi ancora in un edificio troppo vecchio (nel 55,62% dei casi costruito prima del 1974), nel 38,14% con urgente necessità di manutenzione. Nel 2008 in positivo salgono a 68,82% le scuole che negli ultimi 5 anni hanno goduto interventik di manutenzione (erano 47,11 nel 2007). Nell80,07% dei casi gli istituti hanno ottenuto la certificazione igienico sanitaria (61,75% nel 2005) e nel 70,33% lagibilità statica (63, 35% nel 2005).
In negativo va segnalato che nemmeno la metà degli edifici risulta dotato dellimportantissima certificazione di prevenzione incendio, ad oggi nel 43,71% degli istituti e sono ancora pochi anche quelli con scale di sicurezza (56,72%). Più diffuse le porte antipanico, presenti nel 91,55% degli istituti, mentre ben il 93,03% delle scuole ha svolto prove devacuazione.
(LG-FF)