Per arrivare l 10%, lUnione europea deve incrementare la produzione e le importazioni di biocarburanti è sempre più oggetto di vivaci discussioni.
Il Parlamento europeo ha recentemente preteso la garanzia che il 40% dellobiettivo del 10% provenga da fonti che non sono in concorrenza con la produzione alimentare. Il Comitato scientifico dellEEA ha avvisato che portare la quota di biocarburanti usati nei trasporti al 10% entro il 2020 è un obiettivo troppo ambizioso e dovrebbe essere sospeso.
La promozione dei biocarburanti e di altre forme di bioenergia in Europa scatenerà inevitabilmente effetti diretti e indiretti in altre parti del mondo.
Per esempio, in Europa potremmo produrre biodiesel in maniera sostenibile dallolio di colza, ma questo ridurrebbe la disponibilità di olio di colza per la produzione alimentare allinterno e allesterno dellEuropa.
La lacuna sarà probabilmente colmata in parte dallolio di palma. Questo causerebbe però una perdite di foresta pluviale, in quanto in paesi come lIndonesia gli alberi vengono abbattuti per fare spazio a ulteriori colture di palme.
Insomma, per evitare gli impatti del passaggio alla bioenergia, cè bisogno di politiche solide a livello internazionale volte a prevenire cambiamenti nello sfruttamento del suolo che aggraverebbero soltanto i problemi ambientali pur di ottenere bioenergia.
La sfida è chiaramente globale e ciò che serve è un dibattito globale su come arrestare la perdita di biodiversità e affrontare al contempo i cambiamenti climatici, tenendo conto del bisogno globale di una maggiore produzione alimentare e degli sconfortanti aumenti nel prezzo del petrolio.
(LG-FF)