Ancora, ha aggiunto, servono nuove regole nella convinzione che si debba bloccare il rischio di un ritorno a pratiche e comportamenti come quelli allorigine della crisi attuale.
Il Capo dello Stato si è, in particolare, intrattenuto sul ruolo dellEuropa nel mondo doggi, un mondo percorso da cambiamenti radicali nei suoi equilibri, e investito da una crisi globale che ha colpito le nostre economie e le nostre società e messo in questione le prospettive del nostro sviluppo. Non dobbiamo sottovalutare ha proseguito Giorgio Napolitano gli sforzi compiuti e i contributi offerti dallUnione europea, in primo luogo nel semestre di presidenza francese.
I piani di rilancio allora adottati di fronte al manifestarsi della crisi in tutta la sua gravità hanno dato dei risultati, come hanno sottolineato, nella loro lettera al Presidente di turno del Consiglio, il Cancelliere signora Merkel, il primo ministro Brown e il Presidente Sarkozy. Ed essi hanno ragione nel ribadire che quei piani vanno portati avanti risolutamente, perché la crisi non è terminata e comunque è destinata a provocare serie conseguenze sul mercato del lavoro nei prossimi mesi.
Di tenore non molto diverso lintervento del primo ministro francese Francois Fillon con le prospettive di una crescita molle ha sottolineato non potremmo preservare il modello sociale europeo, né ridurre il nostro debito pubblico. A questo punto la ricetta passa anche per unUnione europea più unita, concentrata, ed efficace.
Secondo il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta che ha delineato le posizioni del governo Non vedo ha affermato alcuna preoccupazione da questo punto di vista mentre possiamo vedere la fine del tunnel per quanto riguarda il reddito, la fine del tunnel per loccupazione la vedremo probabilmente allinizio del 2010, ancorché, tra laltro, i ricorsi alla cassa integrazione continuino a decrescere, segnale che la svolta cè stata. Lautunno difficile delloccupazione potrà essere socialmente caldo? Ci sono rischi di disordini?
Episodi come quelli avvenuti alla Innse di Milano, con gli operai abbarbicati sulla gru a difendere loccupazione, sono, per il Ministro Brunetta, fatti marginali e fisiologici: il bilancio della crisi dal punto di vista occupazione ha messo in evidenza è di 5-600 mila unità, a fronte di 14 milioni e mezzo di posti di lavoro che sono a stock di occupazione stabile. Diversa la posizione dellopposizione. Per lex ministro degli Esteri Massimo DAlema la crisi lascia aperti problemi enormi. Cresce ha evidenziato- la disoccupazione strutturale, cioè di persone di 50 anni che difficilmente potranno trovare altro lavoro.
Occorrono politiche fiscali a sostegno delloccupazione, che incoraggino la creazione di lavoro, e una politica di assistenza ai disoccupati: non possiamo lasciare le famiglie senza reddito e le persone senza speranza Anche tra i banchieri e uomini dimpresa non si ignora il problema. Limpatto della disoccupazione sulla pace sociale, secondo lamministratore delegato di Intesa San Paolo Corrado Passera, dipenderà dalle capacità che avremo nei vari Paesi di fronteggiare il disagio.
Questo -ha spiegato- vuol dire difesa dei sistemi di welfare che dovranno essere in tanti casi innovati e resi più efficienti. Poi probabilmente ha detto ancora cè tutta una tematica di fiscalità sui redditi più bassi che dovrà essere affrontata.
(LG-FF)