La discriminazione come esperienza personale da parte dei dichiaranti non è sostanzialmente cambiata: anche nellindagine effettuata lanno scorso, letà era la ragione più diffusa (6% dei dichiaranti). Complessivamente, nel 2009 il 16% dei cittadini europei riferisce di aver subito discriminazioni (di razza, religione, età, disabilità ed orientamento sessuale): si tratta dello stesso livello del 2008.
Si assiste però a un forte aumento della discriminazione percepita in base alletà e alla disabilità.
Il 58% dei cittadini europei ritiene che nel proprio paese la discriminazione in base alletà sia molto estesa (rispetto al 42% nel 2008); il 53% denuncia la discriminazione dovuta a disabilità (rispetto al 45% nel 2008). Emerge anche una chiara correlazione con lattuale situazione economica: il 64% degli interrogati prevede che la recessione dia luogo sul mercato del lavoro a una più pronunciata discriminazione a causa delletà. Ciò è forse un riflesso dellaumento della disoccupazione giovanile in molti paesi dellUE, in seguito alla recessione, oltre alla crescente consapevolezza di queste forme di discriminazione.
In genere, 1 cittadino europeo su 3 si dichiara consapevole dei propri diritti se divenisse vittima di discriminazioni o molestie. Ma tale proporzione nasconde forti differenze tra i vari paesi. La consapevolezza è aumentata, dopo lultima indagine del 2008 nel Regno Unito (+8 punti), in Francia (+7 punti), in Irlanda e Svezia (ciascuna + 6), ma è diminuita in Polonia (-12) e in Portogallo (-11).
Rispetto alla necessità di denunciare casi di discriminazione, la maggior parte dei cittadini contatterebbe la polizia (55%), mentre il 35% contatterebbe il competente organismo a favore della parità e il 27% un sindacato. La fiducia nei diversi organismi che trattano questioni legate alle discriminazioni varia fortemente da un paese da un paese allaltro.
E incoraggiare constatare che i dati ottenuti attraverso lindagine faccia intravedere i meccanismi sociali capaci di risolvere la discriminazione. Dalla relazione emerge che lattività sociale, listruzione e la sensibilizzazione contribuiscono a una più ampia accettazione delle diversità. Anche attività politiche che affrontino questa problematica contribuiranno senza dubbio a limitare ulteriormente la discriminazione e promuovere la diversità.
(LG-FF)