Il suo titolo significa “Gli scartati” ed è il più discusso dei programmi e quello che più di tutti ha allarmato il mondo dell’associazionismo. Un prodotto di finzione realizzato dalla britannica Channel 4, interpretato da attori con handicap e spacciato fintamente come “reality”
ROMA – Metti sei persone con diversi tipi di disabilità su un’isola deserta per cento giorni e chiedi loro di dimostrare al mondo che sono perfettamente in grado di sopravvivere. Accendi la telecamera e fai in modo di portare alla luce non solo le loro vite e i loro caratteri, ma anche le emozioni, i conflitti, le idiosincrasie che la vita “isolata” inevitabilmente scatena. Aggiungi un tocco di malizia e qualche passaggio politicamente scorretto e attendi che si apra la polemica. In questo caso a osare è stata la britannica Channel 4 che, a partire dalla fine dello scorso novembre, ha mandato in onda in seconda serata una serie televisiva in sei puntate intitolata Cast offs, gli scartati. Si tratta di una sorta di dark commedy, che in Italia è stata presto etichettata come “reality” e, in quanto tale, retrocessa nella categoria della televisione spazzatura. Con l’aggravante, questa volta, che a dimenarsi davanti alle telecamere non erano i palestrati e le maggiorate del Grande Fratello e neppure gli ex vip de L’isola dei famosi, ma persone disabili disposte a soddisfare la curiosità morbosa del pubblico televisivo pur di uscire, anche per pochi momenti, dal grigio anonimato della vita di tutti i giorni.
Dietro la storia c’è un copione
Quello che però sembra essere sfuggito a molti commentatori è che Cast offs non è un reality e forse neppure una docufiction, cioè un documentario che prevede una ricostruzione della realtà interpretata da attori. Si tratta invece di un finto reality o, più precisamente, di un mockumentary: un falso documentario che narra le avventure di un gruppo di persone disabili “abbandonate” su un’isola deserta. E infatti i protagonisti non sono personaggi ma attori veri e propri o aspiranti tali, mentre i dialoghi e le vicende sono tutti previsti da un copione. L’unica differenza rispetto a una normale serie televisiva è che gli interpreti non fingono di essere disabili, ma lo sono effettivamente, nella vita reale come nella fiction. E che gli stessi attori hanno influenzato la scrittura del copione, con le loro particolarità e le loro esperienze di vita.