Premessa
Il regolamento in parola trova la sua origine nellambito di un Progetto pilota avviato dal Ministero degli Affari Esteri e lex Ispesl (ora Inail) iniziato nel 2009. Tale progetto aveva lo scopo di monitorare i rischi, gli ambienti di lavoro e le attività del personale del Ministero che svolge lattività allestero ed effettuare consulenze tecniche, organizzative e formazione in loco, secondo le particolari esigenze delle strutture coinvolte.
Tale iniziativa, vedeva coinvolte professionalità giuridiche e tecniche dellente di ricerca e del ministero ed ha incontrato subito alcune difficoltà legate innanzitutto allo studio di compatibilità della normativa tecnica dei paesi dellarea U.E. ed extra U.E. presso le quali sono presenti sedi di lavoro riconducibili a vario titolo alle competenze del Ministero degli esteri1. Laspetto più delicato dellindagine ha riguardato in particolare i rischi reali che il personale quotidianamente incontra nello svolgimento delle attività cui è impegnato.
Questa impostazione dellindagine infatti riflette, sul piano pratico, la logica del testo unico che ormai considera il lavoratore ai fini della sicurezza come il soggetto esposto ai rischi presenti nel processo produttivo nel quale a vario titolo presta la propria attività.
Oltre a questa tematica di carattere generale ci si è resi conto subito che un problema fondamentale riguardava la gestione della sicurezza in quei particolari ambiti ed in special modo sulla necessità di organizzarla, non solo per lattività corrente, ma anche in funzione di eventi particolari o prolungati che per loro intrinseca natura cambiano lincidenza dei rischi negli ambienti di lavoro oggetto di indagine. A tale proposito infatti risultava di impellente necessità la regolamentazione e limplementazione del sistema di previsione e riduzione dei rischi interferenziali che di volta in volta veniva a variare la mappatura del documento di valutazione dei rischi.
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