Lo annuncia la compagnia nipponica Tepco: la soglia, 18 volte più elevata rispetto ad appena dieci giorni fa, si attesta a 1.800 millisievert all’ora. L’Agenzia per la sicurezza nucleare ritocca la gravità dell’incidente al terzo grado
Non accenna a migliorare la situazione nell’area di Fukushima a oltre due anni dallo tsunami che ha devastato la regione nord-orientale del Giappone.
La Tepco, la compagnia elettrica nipponica, ha infatti annunciato che il livello di radiazioni nei pressi del serbatoio che contiene acqua contaminata è 18 volte più alto rispetto al 22 agosto.
La soglia registrata è di 1.800 millisievert all’ora, in particolare in uno di quattro siti nei pressi della zona.
Appena dieci giorni fa si attestava a 100 millisievert, già ampiamente sopra i livelli stabiliti dalla legge giapponese, che è di 50 millisievert per i lavoratori delle centrali.
Sempre lo scorso mese l’operatore ha annunciato un’altra grana per il serbatoio: una perdita che ha spinto l’Agenzia per la sicurezza nucleare a elevare la gravità dell’incidente dal livello 1 (anomalia) al livello 3 (incidente grave). Insomma, il quadro torna a complicarsi: le tante conseguenze del devastante terremoto del Tohoku che ha provocato la fusione dei noccioli dei reattori 1, 2 e 3, e l’evacuazione di 160mila persone dalla zona, sembrano difficili da contenere.