Ue, i target per il 2030: 27% di rinnovabili e -40% di gas serra

Trovato l’accordo a Bruxelles

Commissione Ue, i target per il 2030: 27% di rinnovabili e -40% di gas serra

Trovato l’accordo a Bruxelles.

Barroso: «Obiettivo particolarmente ambizioso»

Ma le associazioni ambientaliste protestano: «Una pericolosa retromarcia»

Accordo raggiunto alla Commissione europea sui target vincolanti di riduzione del 40% della CO2 e di almeno il 27% delle rinnovabili a livello Ue per il 2030. «Un taglio del 40% nelle emissioni di gas serra rappresenta un obiettivo particolarmente ambizioso, ma è la pietra miliare più efficace in termini di costi nel nostro percorso verso un’economia a basse emissioni», afferma il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, secondo cui «anche l’obiettivo minimo di arrivare al 27% di energie rinnovabili è un segnale importante: rappresenta stabilità per gli investitori, stimola l’occupazione verde e rende più sicure le nostre forniture energetiche». Le proposte messe a punto dall’esecutivo europeo dovranno ora passare al vaglio del Consiglio dei ministri Ue competenti.

LEGAMBIENTE: “OBIETTIVI INSUFFICIENTI”
Per Legambiente «il libro bianco Clima-Energia 2030 adottato oggi dalla Commissione europea rappresenta una preoccupante e pericolosa retromarcia rispetto agli impegni assunti finora dall’Europa per contenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi centigradi». Secondo il presidente dell’associazione, Vittorio Cogliati Dezza, «per contenere il surriscaldamento sotto i 2 gradi ed evitare la catastrofe climatica, l’Unione europea deve impegnarsi a ridurre almeno del 55% le emissioni interne entro il 2030 e contemporaneamente impegnarsi a raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo di energia del 40% per portare avanti una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio».

I CONTENUTI DEL PIANO

– TARGET CO2. Il taglio del 40% rispetto al 1990 è vincolante, con impegni nazionali dei singoli Stati membri. Le emissioni dei settori coperti dall’Ets dovranno tagliare il 43% rispetto al 2005, mentre i non coperti (come i trasporti) circa il 30%.

– TARGET RINNOVABILI. Le fonti verdi dovranno coprire almeno il 27% dei consumi di energia a livello Ue. Gli Stati membri non saranno legati a target nazionali, ma saranno sottoposti ad un nuovo sistema di governance Ue per centrare l’obiettivo.

– EFFICIENZA ENERGETICA. È il terzo pilastro delle politiche Ue sul fronte energia-clima e sono attese nuove misure in autunno, dopo la valutazione delle relazioni degli Stati membri su tagli ottenuti e piani d’azione previsti.

– COSTO INVESTIMENTI
. La media prevista è di 38 miliardi di euro l’anno, ma si calcola anche un taglio della bolletta per i carburanti fossili di 18 miliardi di euro l’anno.

– MERCATO CO2. Per stabilizzare il mercato Ue della CO2 (Ets), si crea una riserva all’inizio del 2021, che consentirà sia di affrontare l’eccedenza di quote sia di migliorare la capacità del sistema di fronteggiare shock, regolando automaticamente le quote da mettere all’asta, secondo regole predefinite.

– PREZZI ENERGIA. Elettricità e gas in Europa costano 2-4 volte di più che negli Usa, con estreme variazioni tra gli Stati membri. Una parte importante dei sovraccosti viene dalle tasse, che Bruxelles intende armonizzare.

– GAS SCISTO.
I Paesi Ue dovranno applicare una serie di norme comuni ma non vincolanti a tutela dell’ambiente, e saranno liberi di scegliere se sfruttare o meno lo shale gas.

– RILANCIO INDUSTRIA. L’obiettivo dell’ “Industrial Compact” è raggiungere il 20% del Pil Ue dal manifatturiero entro il 2020, grazie a 150 miliardi di fondi Ue e una serie di iniziative trasversali in tutti i settori delle politiche europee, dall’energia alle materie prime e al taglio della burocrazia

Fonte: La Stampa

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