Sono stati utilizzati dati raccolti a partire dal XIX secolo fino ai giorni nostri, considerando il numero di frane e di piene catastrofiche, la piovosità, la temperatura atmosferica, il numero di giorni piovosi, i massimi annui di piogge brevi (da un’ora a 5 giorni) nonché le modificazioni dell’uso del suolo, con particolare riferimento all’estensione delle aree boscate, integrando, con diverse metodologie, dati rinvenienti da fonti diverse in un approccio di studio che fonde l’analisi spaziale con quella temporale.
I trend degli eventi catastrofici sono risultati positivi o in crescita. Passando ai trend degli indici climatici, si evidenzia in diminuzione quello delle piogge e dell’intensità di pioggia e in aumento quello dei giorni di pioggia e della temperatura. I trend dei massimi delle piogge brevi (della durata da un’ora a 5 giorni) sono quasi del tutto in diminuzione, ad eccezione di una percentuale molto modesta di serie storiche relative a piogge di durate fino a 6 ore.
Il trend climatico, nel complesso, determina condizioni sfavorevoli all’aumento dell’occorrenza di piene e frane. Nonostante ciò, i trend degli eventi idrogeologici calamitosi evidenziano una tendenza all’aumento.
Alla luce di queste tendenze è molto attendibile escludere che il cambiamento climatico possa essere la causa dell’aumento degli eventi di dissesto idrogeologico nei territori studiati.
La ricerca infine mette in luce invece il ruolo significativo delle modificazioni dell’uso del suolo.