Il buco nell’ozono torna ad allargarsi

I dati dei satelliti della Nasa rivelano che il 2015 ha interrotto un trend favorevole che durava da alcuni anni. Quest’anno è stata registrata la quarta maggiore estensione del buco dell’ozono dal 1979 (il record assoluto rimane quello del 2000).

Il buco dell’ozono torna a crescere. Il 2015 ha interrotto una serie di annate positive, facendo segnare la quarta misura dall’inizio delle misurazioni nel 1979. A certificarlo sono i dati dei satelliti della Nasa.

Il 2 ottobre 2015, riferisce l’agenzia spaziale americana, è stata raggiunta la massima estensione dell’anno: 28,2 milioni di chilometri quadrati. Il record assoluto risale al 9 settembre 2000, quando si raggiunsero i 29,9 milioni di chilometri quadrati. Anche considerando il bimestre settembre-ottobre, il 2015 si piazza in quarta posizione, con una media di 25,6 milioni di chilometri quadrati. In questo caso il record si registrò nel 2006, con 26,6 milioni di chilometri quadrati.

Il buco nell’ozono non è esattamente un buco. Si tratta dell’area in cui la concentrazione di ozono scende sotto il livello di 220 unità Dobson. L’assottigliamento della fascia di ozono è un fenomeno stagionale, che inizia ogni anno durante la primavera antartica e raggiunge il culmine fra la metà di settembre e l’inizio di ottobre.

Anche se il buco dell’ozono è stato di notevoli dimensioni nel 2015, secondo la Nasa la situazione è compatibile con i modelli che ne prevedono una graduale riduzione dopo la messa al bando dei clorofluorocarburi nel 1996. Nella stratosfera restano ancora molte sostanze che danneggiano lo strato di ozono. Inoltre, quest’anno la parte bassa della stratosfera è stata più fredda degli ultimi anni e questo ha creato condizioni favorevoli ad una serie di particolari reazioni chimiche.

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